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Mario Seminerio: Benvenuti o bentornati a Phastidio Podcast, la settimana fastidiosa, il compendio delle notizie che hanno attirato la mia attenzione e che ho approfondito sia attraverso articoli sul mio sito phastidio.net che sui miei social.
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Partiamo con la trampeide e partiamo in realtà con il fatto di sangue l'assassinio live in streaming si può dire perché oggigiorno praticamente tutto è live in streaming dell'attivista ultraconservatore maga Charlie Kirk avvenuto alla Utah Valley University durante un pubblico confronto tra Kirk e gli studenti.
Kirk era abbastanza famoso per questi confronti pubblici che avevano un format piuttosto preciso si chiamavano prove me wrong cioè dimostrate che mi sbaglio provatemi che mi sbaglio oltre che per il fatto di essere un podcaster conservatore estremamente ascoltato e molto vicino al cuore di Donald Trump non solo da questa tornata elettorale ma anche dal precedente passaggio alla Casa Bianca da parte di Trump.
Questo è l'ennesimo caso di violenza politica negli Stati Uniti amplificati dalla larga disponibilità di armi da fuoco, gli Stati Uniti hanno una storia che è, come sapete, costellata e punteggiata di violenza politica e di violenza tu cur, perché gli imperi non nascono durante l'ora del tè, ma nascono dal ferro e dal sangue e probabilmente nel ferro e nel sangue declinano, però dai tempi di Abraham Lincoln in avanti, casi di violenza politica John Kennedy Dallas 1963, Ronald Reagan, ma a pervenire in momenti e situazioni più vicine abbiamo avuto di recente nelle ultime settimane l'assassinio di una parlamentare di Stato democratica in Minnesota e di suo marito, una parlamentare abortista, C'è stato il caso dell'aggressione al marito di Nancy Pelosi, Paul, in casa da parte di un soggetto che si è introdotto in casa evidentemente cercando Nancy Pelosi, ha trovato il marito, lo ha aggredito a martellate, il marito ha riportato un grave trauma cranico, questa vicenda è stata abbastanza minimizzata come rilevanza pubblica a mio giudizio, poi magari mi sbaglio, Ad aprile la casa del governatore democratico della Pennsylvania Josh Shapiro è stata data alle fiamme mentre il governatore e la sua famiglia dormivano.
Quindi diciamo c'è tutta una serie di episodi di terrorismo, anche terrorismo di massa come quella volta che fu fatto esplodere un intero edificio dell'FBI provocando decine e decine di morti.
C'è tutta questa serie di questa scia di sangue che costella la storia degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti come vi dico da molto tempo e quando ho iniziato a dirlo probabilmente ho suscitato scalpore e anche così scetticismo da parte di molti tra voi, vivono costantemente con a fianco il fantasma della guerra civile che da strisciante smette di strisciare, si mette in posizione eretta e diventa guerra guerreggiata.
la reazione a caldo di Donald Trump all'assassinio di Charlie Kirk è abbastanza indicativa del personaggio, cioè non un momento di esame di coscienza collettivo in cui ci si riunisce pur nelle rispettive divisioni e si cerca di capire come e perché si è arrivati a quel punto, ma una promessa di ritorsioni e punizioni.
lo ha detto anche Elon Musk che ogni volta che apre la bocca su determinati temi di politica interna dimostra che farebbe meglio a tacere a dedicarsi ad altro, ma non si può chiaramente chiudere la bocca a nessuno.
Lui esprime le sue posizioni, ha detto che la sinistra è il partito dell'assassinio.
La storia degli Stati Uniti dimostra che Il partito dell'assassinio non è a sinistra ma è come minimo bipartisan e trasversale.
Quindi sono tutti elementi su cui riflettere.
Adesso vedremo cosa succederà.
Anche la commemorazione al congresso di Charlie Kirk non è stata esattamente un modello ma sappiamo che in tutte le parti del mondo i parlamentari soprattutto quando si trovano a favore di telecamere devono dare il peggio di sé dal punto di vista performativo e recitativo.
però è chiaro che se aspettiamo da Trump parole di riconciliazione nazionale anziché esibizioni muscolari e il tentativo di aggredire l'opposizione sappiamo benissimo cosa attenderci tra le due opzioni soprattutto perché ci stiamo avvicinando al fatale e fatidico mid term di novembre 2026 che sembra lontano ma in realtà è domani hanno iniziato con la guerra del redistricting, del cosiddetto gerrymandering, cioè il ridisegno dei collegi elettorali di Stato fuori dalle scadenze decennali dei referendum per tentare sulla carta ex ante di avere la possibilità di aumentare il numero dei propri rappresentanti al congresso perché Trump e i suoi sono perfettamente consapevoli di quello che ci si gioca e soprattutto considerando che Trump è un personaggio che quando perde grida al golpe e non è esattamente un trasmettitore di serenità e di dialogo di riconciliazione nazionale c'è motivo per temere però questa è l'America di oggi bisogna tenersela per come è e vedere come effettivamente andrà a finire con tutte le inevitabili ricadute sul resto del mondo.
Parlando di temi più propriamente economici, in settimana è stato pubblicato il dato di revisione annua del mercato del lavoro degli Stati Uniti nell'anno fiscale primo aprile 2024, 31 marzo 2025, quindi l'anno contenente la coda della presidenza di Joe Biden, la prima stima è di una fortissima revisione a ribasso della generazione dei posti di lavoro, meno 911.000 posti, poi ci sarà la stima finale credo il prossimo febbraio, che verosimilmente potrebbe essere ridimensionata, cercheremo di capire di quanto, però questi dati recano la famosa integrazione non campionaria che è quella che considera quindi la generazione o distruzione netta di impieghi in conseguenza della nascita o dell'accessazione di imprese, il cosiddetto modello birth-debt, che nelle fasi di svolta del ciclo congiunturale produce delle distorsioni e degli errori assolutamente vistosi, quindi quando si passa dalla recessione alla ripresa, quando si passa dall'espansione al rallentamento pre recessivo, i numeri risultano fortemente distorti, però è evidente che visto che questi dati coinvolgono per circa tre quarti la presidenza Biden ecco che è già pronta la motivazione di un'eventuale recessione tra l'altro recessione del mercato del lavoro perché se guardiamo la congiuntura l'andamento azionario che tuttavia non è rappresentativo dell'economia reale vediamo che profittabilità delle società quotate in aggregato è sui massimi storici, così come sui massimi storici si trovano i margini, la marginalità, quindi noi potremmo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi, trovarci ad affrontare una situazione in cui il mercato del lavoro entra in sofferenza o meglio si congela, mentre la profittabilità, la redditività a livello aggregato delle società quotate si mantiene.
e quindi sarà veramente un'emicrania notevole per la Fed che si accinge nella seduta del 16 e 17 settembre a tagliare i tassi di almeno un quarto di punto anche se ci sono richieste per mezzo punto.
C'è qualche sciroccato che chiede tre quarti di punto, naturalmente qualche sciroccato di stretta osservanza trumpiana che pure era stato anche candidato a un posto nella Fed.
Quindi bisogna vedere questo tipo di discrepanza come andrà a svolgersi, perché se ci trovassimo in una fase di recessione del mercato del lavoro di espansione della profittabilità delle aziende per quello che può durare, questa disconnessione tra lavoro e profittabilità, ripeto sarebbe un grosso mal di testa per la Fed.
Però in questo momento l'indebolimento del mercato del lavoro può essere imputato a molte cause, già c'è questo florilegio di tentativi di interpretazione, c'è chi dice potrebbe essere la prima traccia di quanto l'intelligenza artificiale va a colpire il mercato del lavoro.
Si stanno riscontrando dei dati abbastanza inquietanti per quanto riguarda gli intern, cioè i giovani che entrano per la prima volta nel mercato del lavoro che pare stiano soffrendo moltissimo la concorrenza dell'intelligenza artificiale.
C'è un'altra chiave di lettura un po' più corrente, un po' meno tra virgolette esoterica che dice c'è questa grande compressione dell'immigrazione che tuttavia non era in corso durante la presidenza Biden che porta a espulsioni e alle cosiddette autodeportazioni per cui c'è uno shock negativo di offerta di lavoro potrebbe verificarsi uno stato stazionario in cui cala l'offerta di lavoro e cala la domanda di lavoro, di conseguenza la generazione netta mensile di nuovi impieghi crolla, come stanno mostrando gli ultimi dati che sono stati resi pubblici.
Ma proprio per quanto riguarda i dati che sono stati resi pubblici E' interessante la notizia uscita in settimana secondo la quale il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha deciso di aprire un'indagine formale dopo che il Bureau of Labor Statistics ha annunciato la riduzione della raccolta diretta di dati per due metriche di inflazione, tra l'altro Per quanto riguarda le metriche di inflazione, l'ultimo dato del Bureau of Labor Statistics mostra che nel 36% delle cosiddette celle, cioè della combinazione tra articoli merceologici e localizzazione geografica dove la rilevazione è stata presa, Ben nel 36% dei casi il Bureau of Labor Statistics ha dovuto ricorrere ad artefatti statistici, cioè per l'impossibilità di raccogliere i dati sul campo esattamente in quella posizione geografica ed esattamente per quelle tipologie merceologiche di merci e di beni posti in vendita hanno dovuto usare delle inferenze statistiche andando a prendere i dati provenienti da altri contesti geografici.
Quindi questa è una contaminazione che determina un ulteriore ampliamento dell'errore potenziale dei dati.
Quindi benvenga questa indagine del Dipartimento del Lavoro se verrà svolta non in modalità persecutoria o per accentuare ulteriormente l'eventuale spoil system dopo avere cacciato in malo modo la commissaria del BLS Erika Meckenthalfer, averla sostituita con uno yes man sconosciuto privo di credenziali accademiche o anche di competenze economiche come E.J.
Anthony che deve ancora essere ratificato ma penso che lo sarà agevolmente allora Se non sarà la caccia alle streghe per l'ennesima e l'estrema forma di spoil system e di presa di potere da parte dell'amministrazione Trump potrà essere utile questa indagine del Dipartimento del Lavoro perché il Bureau of Labor Statistics si lamentava da tempo della progressiva restrizione di risorse, una parte delle quali sono venute meno per l'azione del programma del Doge di Musk cioè a furia di tagliare posti di lavoro poi alla fine il castello ti cade in testa con buona pace di tutti i liberisti con tante B che sono convinti che tutto quello che viene dal settore pubblico sia il male.
La verità è che ci sono delle agenzie federali o comunque delle strutture pubbliche che devono avere un funzionamento corretto e ordinato con degli organici correttamente dimensionati, perché altrimenti i risultati sono un crollo della qualità dei dati statistici che rendono ciechi i decisori economici, gli agenti, famiglie, imprese e anche lo Stato, anche il governo, l'esecutivo.
Naturalmente qualcuno potrebbe dire chi se ne frega noi siamo in grado già di prevedere perfettamente quello che accadrà e di muoverci conseguentemente, però resta il fatto che mettere alla fame alcune agenzie federali è rischioso e soprattutto resta il fatto che così come non si possono fare le nozze coi fichi secchi, allo stesso modo non si possono fare le statistiche coi dati secchi.
Per quanto riguarda la Fed, in settimana è uscita la notizia che una giudice federale ha lasciato al suo posto la governatrice Lisa Cook nelle more di questo procedimento assolutamente inedito che finirà ovviamente sugli augusti tavoli della Corte Suprema per capire Se Cook deve essere rimossa per causa per avere sbagliato, condolo o colpa grave, la compilazione dei moduli per ottenere mutui su abitazioni in entrambi i casi considerate primarie, ovviamente non può essere.
Sappiamo che errori materiali di questo tipo ce ne sono moltissimi, si è scoperto che sono errori bipartisan, però Lisa Cook per ora resta alla Fed Io ho fatto una battuta questa settimana, si ride ma non troppo.
Io non mi stupirei se Lisa Cook ad esempio venisse fermata dalla polizia e le trovassero in auto.
qualcosa tale da impedire la sua partecipazione alla seduta del Federal Open Market Committee di martedì 16 e mercoledì 17 settembre.
Questa è una battuta, si può anche considerare una forma di humor nero, però a volte le battute possono anche rivelarsi premonitrici.
Parliamo ancora degli Stati Uniti prima di chiudere il capitolo che li riguarda.
Dopo un lungo negoziato per definire i dettagli successivi alla creazione della cornice, Giappone e Stati Uniti hanno emesso nei giorni scorsi una dichiarazione congiunta e un memorandum d'intesa a seguito dei quali Donald Trump ha firmato l'ordine esecutivo che riduce al 15% i dazi universali sulle merci giapponesi e quello settoriale sulle auto esportate da Tokyo, oltre a far venire meno il cumulo dei dazi Quindi le auto giapponesi vengono esportate non con dazi del 27,5 bensì del 15 per cento.
Voi direte che lusso, e vabbè accettiamo quello che passa il convento.
Il fulcro dell'intesa l'accettazione giapponese a effettuare maggiori importazioni di prodotti statunitensi ma soprattutto a investire la cifra imponente di 550 miliardi di dollari negli Stati Uniti dietro istruzioni di Trump per ottenere la riduzione dei dati, cioè hanno comprato il ticket per avere il dazio agevolato al 15% questo è un format, è un template Quest'ultimo punto, cioè di come verranno costruiti gli investimenti giapponesi negli Stati Uniti, a me personalmente ricorda molto le riparazioni di guerra.
Inizialmente, come segnalato dalla stampa nipponica, sembrava che a Tokyo avessero ritenuto non necessario il dettaglio operativo delle misure, una forma di candore o di furbizia, cui gli americani hanno risposto con nuove minacce oltre che con la mancata emanazione dell'ordine esecutivo che riduce i dazi sulle auto giapponesi.
I costruttori di auto giapponesi stanno copiosamente sanguinando cassa e utili.
Quindi cosa è successo?
Che il caponegoziatore giapponese che si chiama Ryosei Akazawa già ministro della cosiddetta rivitalizzazione economica di un governo, quello di Shigeru Ishiba, che era comunque morto da tempo per cui parlare di rivitalizzazione economica per un governo morto, il cui premier alla fine si è dimesso per sfinimento, però il successore non è ancora arrivato perché il Giappone è peggio dell'Italia che i tempi che furono, quindi il negoziatore giapponese ha fatto buon viso a pessimo gioco.
Però andiamo a vedere i dettagli.
550 miliardi di dollari vanno investiti entro il 19 gennaio del 29 che è l'ultimo giorno di Trump alla Casa Bianca a meno di qualche golpe più o meno palese o più o meno camuffato.
La selezione dei progetti di investimento strategici è demandata a un comitato presieduto dal segretario al commercio Howard Lutnick che presenterà a Trump un menu di opzioni su settori strategici che sono stati individuati nell'ambito di semiconduttori, farmaceutica, cantieristica, minerali critici, pipeline, intelligenza artificiale e quantum computing.
questo comitato che suggerirà il menu di opzioni a Trump non ha membri giapponesi.
I giapponesi sono stati spostati a un cosiddetto comitato di consulenza che è la più trasparente delle foglie di fico.
Poi c'è un altro punto critico che secondo me finirà col produrre nuove tensioni, nuove minacce americane, le modalità di finanziamento di questi investimenti perché mentre i giapponesi parlano di esborsi in denaro sotto forma di capitale proprio, quindi capitale azionario, equity, ma anche di prestiti e garanzie su prestiti forniti da loro entità come la Japan Bank for International Cooperation, Nippon Export e altre istituzioni analoghe, gli americani enfatizzano il fatto che i giapponesi devono dare gli sordi sostengono che se i giapponesi non metteranno a disposizione le risorse al più tardi entro 45 giorni dalla scelta degli investimenti da parte di Trump questa sarà una violazione degli accordi e di conseguenza ci sarà un aumento immediato di dazi Detto in altri termini, se un progetto di investimento scelto da Trump non dovesse trovare capitali statunitensi prontamente disponibili io credo che si possa comprendere da questo accordo che saranno i giapponesi che dovranno sostenere gli esborsi materialmente.
Ma in che modo i giapponesi recupereranno questi esborsi?
Nella fase iniziale si spartiranno in pari misure i profitti con gli americani sino al recupero dell'investimento, dopodiché rapporto di distribuzione degli utili diverrà 90 a 10 a favore degli americani per tutta la restante vita utile dell'investimento.
Cioè nella sostanza il recupero dell'esborso equivale tecnicamente a un debito obbligazionario che viene ripagato se tutto va bene.
La seconda parte con questa sorta di patto leonino 90 a 10 è una compartecipazione esigua agli utili.
Poi è stato inserito un altro zuccherino cioè quando possibile le aziende giapponesi avranno priorità negli appalti.
Altri punti del memorandum riguardo l'energia premesso che gli americani vorrebbero fare costruire ai giapponesi una pipeline in Alaska per 44 miliardi di dollari Tokyo si impegna a comprare gas naturale liquefatto americano per 7 miliardi di dollari annui.
Qui è interessante notare che uno dei maggiori trader giapponesi di energia ha dichiarato che l'accordo è fattibile perché il gas naturale liquefatto americano è prezzato in modo competitivo e quindi può essere rivenduto a terzi.
Ancora, il Giappone si impegna ad aumentare l'import di riso statunitense del 75%, ma proteggendo i propri coltivatori, ha stabilito che queste importazioni saranno entro la quota esistente a dazio zero e non aggiuntive.
Questo vuol dire che per accomodare le esportazioni di riso americano altri esportatori di riso in Giappone verranno penalizzati e perderanno la quota in esenzione dei dazi Le vittime predestinate sono Thailandia e Australia.
Io qui ho una domanda, cosa accadrà nel caso le importazioni di riso statunitense in esenzione dei dazi si rivelassero più costose di quelle provenienti dai paesi sacrificati?
Lo scopriremo, però da tutto quello che vi ho detto possiamo trarre già alcune considerazioni.
Trump sta creando il famoso fondo sovrano americano in questa maniera, cioè con i soldi dei paesi partner commerciali degli Stati Uniti che in questo modo pagano il ticket per accedere quindi non a dazio zero al quello che è il maggiore mercato di consumatori del pianeta.
Ora io mi auguro che qualcuno a Tokyo, Seoul ma anche a Bruxelles abbia fatto dei calcoli di convenienza almeno credo e spero Naturalmente questi investimenti fatti dai cosiddetti partner degli Stati Uniti negli Stati Uniti diretti da Trump, come tutti gli investimenti, potrebbero anche andare male.
Però potrebbero anche andare bene, in quel caso sottrarrebbero risorse per gli investimenti domestici dei paesi che hanno firmato questi trattati.
Però questa è la caratteristica dell'azione di Trump, cioè drenare risorse e aziende agli altri paesi.
E veniamo quindi alla situazione degli europei, visto che c'è questa sorta di rivolta del Parlamento Europeo contro gli accordi scozzesi firmati da Ursula von der Leyen.
L'accordo con l'Unione Europea ha una struttura che in apparenza è molto simile a quella giapponese, il che vuol dire che dovremo finanziare 600 miliardi di dollari di investimenti aggiuntivi dall'Unione Europea agli Stati Uniti, sempre entro il 19 gennaio 2029.
Attenzione, se i termini per i 600 miliardi dell'Unione Europea saranno identici a quelli giapponesi, non potremo più dire che questa è una stima realistica di investimenti da parte di aziende private europee che sarebbero comunque avvenuti.
Sarà un'altra cosa, sarà proprio una dictat, una corvée a investire.
Il che vuol dire che bisognerà decidere chi a livello dell'Unione Europea erogherà i fondi per gli investimenti oppure erogherà i prestiti o le garanzie sui prestiti.
Voi pensate che beffa atroce sarebbe creare degli euro bond o comunque delle garanzie collettive per pagare gli investimenti agli americani?
Una beffa atroce della storia.
Ancora, L'Unione Europea deve effettuare acquisti di energia statunitense per 750 miliardi di dollari aggiuntivi entro la fine del 28, quindi 250 miliardi di dollari annui per un triennio.
Poiché si tratta di una cifra iperbolica e direi anche palesemente irrealistica, anche in questo caso possiamo ipotizzare presenza di player energetici europei che faranno trading, cioè rivenderanno il gas naturale liquefatto americano e anche questo lo scopriremo.
Per ora questa parte, la parte generale dell'investimento non è stata strutturata in maniera puntuale come con il Giappone, il che vuol dire o che Trump se ne è tra virgolette scordato, oppure più verosimilmente che questa parte la tirerà fuori al momento opportuno minacciando nuovi dazi Se considerate che la Unione Europea è già sotto minaccia di ritorsioni per la multa miliardaria a Google, ma soprattutto perché c'è motivo di dubitare che le big tech americane rinunceranno a chiedere a Trump di smantellare il Digital Services Act europeo, voi avete il flavor, cioè il primo assaggio di quello che potrebbe attendere l'Unione Europea e i suoi vocianti e litigiosi protagonisti della serie.
bisogna colpire gli americani dove fa più male, cioè nei servizi digitali.
Questa è la famosa frase della segretaria del Partito Democratico, Heldi Schlein, ma segretaria Schlein lei è sicura di questa frase, cioè è sicura che in questo caso specifico a farsi male sarebbero esattamente gli americani o non piuttosto qualcun altro?
Questa è chiaramente una domanda retorica.
e sempre per il concetto di costruzione di questo proteiforme fondo sovrano americano in settimana il segretario al commercio Howard Lutnick unendo l'utile al dilettevole cioè unendo la predazione di risorse da parte dello Stato federale americano con la messa sotto tutela delle università ha detto che vuole una compartecipazione del governo federale statunitense ai ricavi da brevetti delle università che hanno ricevuto fondi federali.
Quindi come vedete la traccia è assolutamente evidente, cioè si crea questo fondo sovrano che ha vari tributari, varie fonti di alimentazione le più disparate, però si alimenta in questa maniera.
Prima di chiudere definitivamente la pagina americana statunitense c'è da fare qualche breve considerazione geopolitica avete visto in settimana l'incursione israeliana in Qatar nel tentativo di eliminare i negoziatori di Hamas perché evidentemente Israele, il governo di Israele ritiene che se i negoziatori non sono d'accordo i negoziatori vanno eliminati questa è un'opzione possibile inastratto ovviamente, non scrivetemi sdegnati, qui sto facendo l'osservatore più o meno assettico dall'esterno, anche se essere osservatori assettici in queste vicende è estremamente difficile, ma Trump ha espresso tutto il suo dispiacere e malumore, pare che abbia addirittura chiesto a Netanyahu di non farlo più.
Cioè lo stesso tipo di supplica impotente che Trump rivolge sistematicamente a Putin, ora la sta rivolgendo anche a Netanyahu.
Netanyahu guida un governo che ha di fronte a sé, che vede l'obiettivo epocale di riplasmare l'intero scacchiere della regione medio orientale, di chiudere una volta per tutte i conti con la questione palestinese, quindi attraverso pulizia etnica, sfollamenti, insediamenti di coloni, deportazioni, crimini di guerra assortiti, di ogni genere e atrocità, l'idea di questo governo israeliano è quella di liberarsi definitivamente della questione palestinese, di procedere sulla strada della grande Israele e di tenere zitte le varie monarchie, le varie autocrazie, le varie dittature della regione medio orientale.
Questa è la mia chiave di lettura e ve ne dico anche un'altra che magari in voi susciterà sdegno Io sono ragionevolmente certo, anche se inconfessato, che a livello dell'esecutivo israeliano, e non solo dell'esecutivo israeliano, la vita dei restanti 20 circa ostaggi israeliani è il prezzo che costoro ritengono di dover pagare per la creazione del grande Israele e della eliminazione definitiva delle entità palestinesi sul territorio israeliano e della normalizzazione dei rapporti regionali sulla base di rapporti di pura forza, perché questo è il disegno che appare inequivocabilmente.
Questa è una descrizione dall'esterno con la quale molte anime candide che ancora invocano due popoli, due stati, che è un principio assolutamente assurdo, era un principio assurdo quando Hamas faceva i suoi porci comodi con la vita dei cittadini israeliani è un principio che resta assurdo quando Netanyahu fa i suoi porci comodi con la vita delle persone palestinesi.
Questo è il punto, altro che due popoli e due stati che sono queste formule per impotenti europei, perché questa è la situazione.
Torniamo al Qatar.
Il Qatar è il maggiore alleato degli Stati Uniti in quella regione.
In Qatar c'è una maxi base militare statunitense, imponente, probabilmente la più grande della regione, non probabilmente.
Il Qatar ha promesso investimenti diretti negli Stati Uniti per più di 500 miliardi di dollari e quindi è chiaro che la posizione del Qatar si fa difficilissima.
Di riflesso anche quella di Trump si fa difficile.
Trump deve barcamenarsi tra regali di aerei da 400 milioni di dollari, questa captatio benevolentia, il tentativo di creare questo hub nel golfo dell'intelligenza artificiale per tenere tranquillo anche Bin Salman, il saudita Bin Salman e tutte le monarchie del golfo però Netanyahu ha la sua funzione di utilità, il suo obiettivo, finché Netanyahu non accomoda questa funzione di utilità, il suo obiettivo, il rischio è che i paesi del golfo, anche quelli più vicini a Trump, vengano sistematicamente umiliati su base quotidiana.
Poi naturalmente potremmo arrivare alla conclusione che da quando Trump è alla presidenza il tasso di instabilità si sta producendo nel mondo è aumentato drammaticamente perché Israele continua a fare quello che vuole come ha sempre fatto con qualunque presidenza americana ma più che con qualunque presidenza americana con la presidenza Trump al punto che Trump è patetico e ridicolo quando dice sono molto dispiaciuto per quello che hanno fatto gli israeliani comunque colpire la dirigenza di Hamas è cosa buona e giusta questo cerchio bottismo, questo manchismo di Trump che è semplicemente la proiezione della sua impotenza, perché Trump è stato ferocemente sopravvalutato nelle sue doti di negoziatore, questo è l'unico punto che bisognerebbe avere ben presente, drammaticamente sopravvalutato.
Trump è semplicemente un predatore economico questo si vede a occhio nudo, lui sta rifacendo la Gilded Age dei Roberts Barron americani dell'ottocento, nulla di più e nulla di differente con i suoi familiari e i suoi famigli.
Poi naturalmente vedremo, visto che lui è arrivato e tornato al potere anche in base alla acuta sofferenza dei cittadini comuni americani di fronte all'inflazione di Biden, adesso vedremo questa inflazione di Trump quali forme prenderà.
Come la giustificheranno?
Perché l'inflazione americana 2,9, complessiva 3,1 al netto di alimentari ed energetici.
Però ci sono delle voci, quelle che noi chiameremmo di carrello della spesa, che stanno andando fuori controllo negli Stati Uniti.
Allora, non è che se Biden è stato cacciato a furor di popolo per colpa dell'inflazione, l'inflazione di Trump per gli stessi soggetti che hanno cacciato Biden è cosa buona e giusta, perché dovrebbe esistere un limite anche alla coprofagia compulsiva, anche se quel limite, come sappiamo, in Italia viene quotidianamente spostato in avanti dal vertice del Partito Democratico rispetto al Movimento 5 Stelle.
Però non parliamo delle miserie domestiche.
Lo scenario Medio orientale è questo, Israele vede un traguardo storico che sta perseguendo dalla sua fondazione.
Ci sono stati momenti in cui aveva maggiore legittimazione morale per perseguirlo, ci sono stati momenti in cui aveva molta meno legittimazione morale per perseguirlo, questo è uno di quelli a mio giudizio, però io vi sto descrivendo una dinamica, altro che due popoli due stati.
quindi si va avanti su questa strada e vediamo come va a finire.
Fermo restando, mi pare si possa dire che il grande negoziatore Trump sia un elemento che acuisce l'instabilità, come dimostra il test delle difese NATO che è stato realizzato dalla Russia con questa invasione di una ventina di droni decoy, cioè di esche disattive, disarmate, che sono state abbattute dagli F-35 della NATO, della serie spariamo per stato di necessità con un cannone contro uno scarafaggio.
Naturalmente ci saranno quelli che diranno guarda che spreco, che sono poi quelli che vorrebbero sussidiare ogni respiro.
Questo punto ci porta, ci riporta in Europa Europa questa settimana la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha letto come ogni anno il suo discorso sullo Stato dell'Unione Europea e non è un bello Stato però prima di analizzare il discorso di von der Leyen ricordiamo non a caso che In questi giorni cade proprio il primo anniversario della presentazione del rapporto Draghi.
Alcuni think tank hanno evidenziato che solo un decimo delle 383 prescrizioni di rilancio dell'Unione Europea suggerite da Draghi è stato implementato.
Ovviamente sono state implementate quelle più leggere, quelle più incrementali, quelle che meno pestano i piedi degli stati nazionali.
Il mio punto, come sapete se mi seguite, è molto semplice.
Se la Commissione europea non progredisce nell'implementazione delle proposte, non è sempre e solo per ignavia, protervia, incapacità, inettitudine, ma semplicemente perché molte di quelle proposte si scontrano con gli interessi dei singoli stati nazionali.
Ve lo sto ripetendo ad nauseam.
continua ad esempio a mancare un mercato unico per i servizi, che sarebbe la rampa di lancio teorica della digitalizzazione.
Il mercato unico dei capitali è semplicemente missing in action, per citare solo due tra i maggiori punti di stallo.
Le cose sono andate un po' meglio nella presentazione dei progetti di procurement di approvvigionamento comune delle materie prime strategiche, solo a livello teorico.
del maggiore utilizzo di cartolarizzazioni per liberare il capitale bancario, oltre che sul finanziamento degli investimenti difensivi comuni, questo è il tentativo disperato di non fare defluire fuori dall'Unione Europea l'impulso espansivo militarkeynesiano, soprattutto verso gli Stati Uniti.
Su altri temi come la promozione del ruolo dell'euro come moneta di riserva internazionale, qui starei più tranquillo, più quieto, più silente, perché il vincolo di realtà morde di più e la situazione dei bilanci nazionali, dei paesi che hanno l'euro, la Francia di cui parleremo in questa puntata, non promette nulla di buono, ma non solo la Francia.
Per il momento diciamo che la Commissione europea ha colto i cosiddetti frutti bassi dall'albero, cioè quelli di una deregolamentazione assai blanda con sei pacchetti omnibus settoriali, però siamo ancora molto indietro.
E qui torniamo a parlare del famoso concetto che me crea l'orticaria, il costo zero.
Le riforme a costo zero non esistono in natura.
malgrado qualche sempliciotto o sempliciotta di casa nostra pensi invece di utilizzarle per costruire un bel libro dei sogni elettorali.
Perché vi parlo di riforme a costo zero?
Pensate al famoso ventottesimo regime di diritto comunitario delle imprese, suggerito dal rapporto di Enrico Letta, quello per creare una sorta di lingua franca giuridica del diritto delle aziende che possa anche fungere da attrazione, ma se solo fosse così semplice arrivare al ventottesimo regime come punto che va oltre i 27 regimi nazionali.
Ma lo stesso aspetto della sburocratizzazione è ben più facile a dirsi che a farsi.
Andiamo con ordine.
Il nostro primo problema come europei è l'indebolimento progressivo del mercato unico sotto i colpi di misure difensive nazionali.
Il motivo è facile da comprendere.
Contano gli interessi nazionali.
Ognuno cerca di difendere i propri interessi nazionali semplicemente perché non esiste una cosa chiamata interesse nazionale europeo.
Non esiste quello simorico sovranismo europeo che è una costruzione molto furbetta del povero, politicamente parlando, Emmanuel Macron.
Però c'è un punto di un articolo del Financial Times che mi ha colpito ma non mi ha sorpreso, che dice che durante il primo mandato la Commissione von der Leyen ha aumentato la produzione legislativa del 17 per cento rispetto alla commissione Juncker che l'ha preceduta.
Questo incremento di normazione è stato guidato soprattutto da un aumento della legislazione secondaria.
Cos'è la legislazione secondaria?
Sono le norme dettagliate, minute, che scendono nei dettagli tecnici sulla applicazione delle leggi dell'Unione Europea.
Allora, queste sono le famose norme che il solito Tremonti dice che producono chilometri di leggi e normative, quindi qualcuno potrebbe alzare la manina, levare il ditino e dire ecco la pistola fumante, abbattiamo la legislazione secondaria europea e saremo ben avanti, saremo oltre la metà dell'opera.
sì, ma peccato che la legislazione secondaria europea serva a precisare il quadro normativo principale, quello primario, cioè serve a interpretare autenticamente il quadro primario.
Se noi facciamo sparire la normazione, la legislazione secondaria, si produce un effetto banale, aumenta fortemente l'incertezza per le aziende e aumentano in parallelo i margini di interpretazione difensiva degli interessi nazionali, cioè aumenta la frammentazione del mercato unico.
Quindi gli sforzi di Von der Leyen per deburocratizzare, come raccomandato da Draghi, in alcuni casi in realtà hanno aumentato l'incertezza perché hanno prodotto pezzi di legislazione in leggi omnibus e hanno sostituito regolamenti complessi con versioni semplificate che spesso sono carenti di dettagli.
Ogni volta che c'è carenza di dettagli c'è modo praticamente di avere comportamenti opportunistici da parte degli stati nazionali.
Allora confessate che non c'eravate arrivati a questa cosa.
Allora ripetita iuvant anzi ripetita non iuvant si fa presto a dare la colpa ai burocrati di Bruxelles.
Si si scorda in realtà che il loro ruolo è quello di creare le condizioni per un campo di gioco livellato al minimo possibile tra i giocatori.
Pensate al fulcro delle raccomandazioni di Draghi, l'investimento comune a debito, finora completamente ignorato da Von der Leyen, per un motivo che potrà sembrarvi banale, perché Von der Leyen se va a chiedere debito comune viene mandata a stendere.
Da chi?
Da chi ha le risorse fiscali e se le spende in proprio, la Germania.
Questa è una condotta miope, è probabile, ma questo sta accadendo.
Ovviamente questo indebolisce il mercato unico, dissesta ancora di più il presunto campo di gioco livellato, con buona pace dei politici che rispondono alla miopia tedesca con una discreta dose di ottusità, come chiedere debito comune per rinnovare il parco auto europeo.
Ma perché, segretaria Schlein, lei continua a dire ciocchezze?
me lo dica, non ci sente nessuno, me lo scriva in privato, perché lei continua a proporre supreme idiozie che non valgono la carta su cui sono scritte?
Tutte quelle assemblee studentesche non sono trascorse in vano?
Tra l'altro di questa meravigliosa proposta di Schlein non si capisce se il riferimento sia alle elettriche, quindi per fare un favore soprattutto ai cinesi, alle ibride per fare un favore soprattutto ai cinesi o ai redivivi motori a combustione interna.
Non credo perché la segretaria Schlein è tanto ambientalista.
Però questi sono dettagli, folclore, idiozie quando si deve rispondere alla domanda delle cento pistole o dei cento pistola come si dice dalle mie parti.
Per quale motivo i contribuenti tedeschi dovrebbero usare le loro tasse per far cambiare l'auto ai contribuenti italiani?
Qualcuno tra voi potrebbe serenamente replicare ma ovvio per dare forza ai costruttori europei.
Ma i costruttori europei non esistono!
esistono costruttori tedeschi, francesi, forse esistono ancora costruttori italiani, quindi gli stati nazionali sovvenzionano direttamente loro.
Allora veniamo al discorso sullo stato dell'unione di von der leyen che ha cercato di ritagliarsi disperatamente uno spazio dalle morse nazionali con i soliti esiti abbastanza desolanti e disarmanti cioè abbiamo avuto il solito florilegio di progetti missioni che spaziano dai buoni sentimenti all'irenismo ma sempre con questa grande capacità di creare programmi che si sintetizzano in acronimi Però il tema di quest'anno era la ricerca dell'indipendenza europea.
Vediamo!
Eradicare la povertà entro il 2050 con il Quality Jobs Act.
Vedremo cosa vuol dire.
Creare un'intelligenza artificiale europea?
Sì!
E come, visto che mancano investimenti comuni?
creare un'iniziativa per combattere le fake news sanitarie e resistere all'onda d'urto nichilista che porta alla riduzione delle coperture vaccinali.
promuovere la necessità di aprirsi ad altri mercati per compensare il trampismo che riuscirà a sopravvivere al suo creatore, quindi evviva il trattato col Mercosur ma veltronianamente ma anche aiutiamo i nostri coltivatori che sono fondamentali e insostituibili per la nostra sicurezza alimentare.
velleta la tocca delle vette assurde con l'annuncio della necessità di avere una small affordable car europea rigorosamente elettrica.
Questa sembra l'unione sovietica.
Io non vedo l'ora di conoscere i dettagli di questa piccola e-car.
Chi la fa?
Con quali soldi?
Poi c'è il progetto affordable housing che cosa vuol dire?
Rendere l'abitazione conveniente Sì, il problema è che la tendenza è globale all'aumento dei prezzi delle abitazioni, anche di natura speculativa, ma soprattutto le legislazioni sono nazionali.
Quelle ad esempio su quello che gli anglosassoni chiamano zoning, cioè la scelta delle aree edificabili, i limiti o le agevolazioni alla edificabilità.
Quindi Von der Leyen ha annunciato che potrà essere tolto l'obbligo di notifica alla Commissione europea in caso di fondi di aiuto nazionale per la costruzione di immobili della serie usatevi i vostri soldi non fate deficit entro il patto di stabilità che praticamente è morto è come la WTO il patto di stabilità europeo è morto ma nessuno glielo ha detto Quindi usate i vostri soldi e noi vi promettiamo che non vi chiederemo la notifica dell'antitrust se avrete deciso di produrre dei grandi programmi di edilizia popolare o convenzionata residenziale nazionale.
Quindi vedete che lo schema dei discorsi dello Stato e dell'Unione è ben definito.
O sono velleità che si schiantano contro i veti nazionali o sono interventi ultramarginali e declamatori con un bel programmino dotato di un suggestivo acronimo, perché questo è lo stato dell'unione dei veti nazionali.
Però invocare la rottamazione di Ursula von der Leyen, per quanto possa essere allettante, è facilissimo no?
Si cambia l'allenatore, Questa è la classica scorciatoia che porta dritti al vicolo senza uscita.
In questo vicolo si stagliano le ombre e i profili di Putin, Trump e Xi Jinping.
E a proposito della situazione geopolitica, l'Unione Europea produce una raffica di pacchetti di sanzioni alla Russia.
Siamo arrivati alla diciannovesima iterazione.
Poi arriva Trump che in modo strumentale ma comunque brutale ci mette di fronte alla nostra schizofrenia e ci dice scusate ma perché ancora comprate energia dalla Russia?
Non solo il petrolio che arriva in Ungheria e Slovacchia o il gas che arriva in Ungheria e Slovacchia ma anche il gas naturale liquefatto che arriva dalle navi russe.
Perché dice Trump non adottate sanzioni secondarie contro Cina e India per punire Mosca?
anziché moltiplicare i pacchetti di sanzioni che sanzionano poco e male.
E allora di fronte a una provocazione del genere, che cosa volete rispondere a Trump?
A me viene da rispondergli perché tu non sanzioni la Cina?
Hai paura vero?
E' chiaro che è vero, però è viva quanto siamo acuti, però questo non è il punto.
punto è che l'Unione Europea è strattonata tra potenze regionali, la Russia, e potenze globali, la Cina e gli Stati Uniti.
Trump vuole che l'Unione Europea si consegni mani e piedi alle esportazioni americane, ma se l'Unione Europea è geostrategicamente debolissima ed è impiccata alle proprie contraddizioni di matrice nazionale.
Non è colpa di Trump, almeno questo non è colpa di Trump, però non è neppure a mio giudizio colpa integrale di Ursula von der Leyen, per quanto io sia tutto fuorché un sostenitore di von der Leyen.
Forse von der Leyen è arrivata sul proscenio nel momento giusto, nel senso che incarna alla perfezione lo stato di crisi esistenziale dell'Unione Europea.
le fasi di declino arrivano personaggi che gestiscono il declino.
Cambiamo Ursula von der Leyen però ho l'impressione che avremmo un esito non diverso da quelli prodotti da Emmanuel Macron con la sua raffica di premier sacrificali.
Poi naturalmente io sono assolutamente certo di una cosa che quando io avrò finito di pronunciare queste parole mi arriveranno le mail di qualcuno tra voi che dirà eh ma se solo si facesse come dice Draghi e quindi se non riesco a farmi capire io alzo le braccia mi arrendo e non dico più nulla perché che vi devo dire?
E dalla situazione dell'Unione Europea arriviamo alla parte finale cioè allo psicodramma, alla difficoltà esistenziale francese appunto con questa serie di primi ministri che vengono nominati da Emmanuel Macron perché Emmanuel Macron non vuole rimandare alle urne e men che meno vuole dimettersi però credo che i tempi forse sono maturi Addirittura per superare una quinta repubblica, però è chiaro che ci vuole la volontà di tutti e soprattutto la volontà di un capo dell'Eliseo che capisca quando è il momento di farsi da parte e promuovere una riscrittura delle regole del gioco, ma così non accade, noi stiamo aspettando il programma della squadra di governo dell'ennesimo premier che è Sébastien Lecornu, ex ministro delle Forze Armate.
è un signore under 40 di stretta osservanza macroniana che nei giri dei governi Macron praticamente da quando Macron è all'Eliseo e quindi non so mi sembra la definizione einsteiniana di follia ripetere sempre gli stessi gesti attendendosi ogni volta un esito diverso però in Francia si stanno moltiplicando segni che noi italiani conosciamo bene sono proprio le fasi dell'elaborazione del lutto, il cammino verso la presa di coscienza che c'è un problema di conti pubblici e che bisogna accantonare i miraggi e i proiettili d'argento.
Il problema è che fino a quella presa di coscienza si passeranno attraverso tutte le caratteristiche fasi del lutto che partono con la negazione della realtà e la rabbia.
vengono distillate in programmi politici ma anche in editoriali e commenti di osservatori.
La differenza principale tra gli italiani e i francesi è che i francesi si incazzano come diceva Paolo Conte e di conseguenza la fase della futile resistenza alla realtà potrà durare molto a lungo amplificando di conseguenza il danno al tessuto economico sociale e civile della Francia.
A me viene in mente personaggio che sta sulle barricate, il leader della france insumise, la france insumise alla realtà che è Jean-Luc Mélenchon.
Mélenchon è il classico prodotto dell'ultra sinistra radicale antagonista estremista che ha quella caratteristica capacità di accusare di collaborazionismo col nemico di classe, chiunque a sinistra non la pensi come lui.
Mélenchon in Italia avrebbe un grande successo, perché in Italia siamo molto più, ci siamo molto acquietati, non c'è più l'arruffapopolo di estrema sinistra che si trascina dietro tutti, si trascina dietro, come dire, suggestioni anche di tempi dove i proiettili non erano d'argento ma di piombo.
Però in Italia c'è ancora a sinistra il famoso motto nessun nemico a sinistra che porta a creare delle incredibili accozzaglie quando c'è qualcuno che scarta dall'accozzaglia di sinistra viene accusato di essere un servo dei padroni con tutti i corollari di violenza fortunatamente verbale almeno finché resta tale.
Insomma quello di Jean-Luc Mélenchon è un modello antropologico molto preciso di quelli che creano problemi molto gravi a un paese.
Ora delle proposte di politica economica della Francia insumiso già scritto in passato in occasione delle elezioni politiche del luglio dello scorso anno.
Io vorrei qui solo ricordarvi che Mélenchon molto italianamente anche nei giorni scorsi ha ribadito che il problema del debito pubblico francese dei non residenti perché i non residenti posseggono il 60% del debito pubblico francese.
Io non sarei così tranchant nel definire di chi è il problema del debito pubblico francese, caro monsieur Mélenchon.
Nel programma della France Insoumise, scritto in termini molto espliciti la Banca Centrale Europea deve trasformare il debito pubblico da essa posseduta, attenzione, trasformare non cancellare, e trasformare come?
Renderlo perpetuo e a tasso zero.
Ora, un debito perpetuo e a tasso zero credo che si chiami moneta, con tutto quello che consegue in caso di monetizzazione massiva.
Però posso sbagliarmi, Però è interessante, mi è stato fatto notare da un fedele lettore e ascoltatore, poi ho tratto un articolo questa settimana, che sulla stampa francese già cominciano ad affiorare le prime perle, che tentano di spiegare perché l'euro è stata una vera shagura per la Francia.
In settimana è uscito un editoriale sulle Figaro che comincia a sospirare perché la Francia ha perso la possibilità di realizzare delle svalutazioni competitive o semplicemente di aggiustamento del franco.
Vedete?
La sentite l'aria di famiglia?
Ecco, tra il 44 e l'87 la Francia ha realizzato 13 svalutazioni di aggiustamento del franco.
Invece con l'euro argomenta questo editoriale del Figaro, i francesi hanno avuto accesso al magico mondo del marco tedesco che è fatto di bassi tassi di interesse e questa secondo qualcuno è stata una vera maledizione perché il crollo del tasso di interesse reale e quindi nominale meno inflazione è stato il veleno nella coppa transalpina visto che si osserva che tra il prima e il dopo dell'euro, il tasso di interesse del titolo di Stato francese decennale è calato di 7 punti, l'inflazione è solo del 2,5, il che vuol dire che il tasso di interesse reale, cioè dopo l'inflazione, è sceso di ben il 4,5% e questa sarebbe la maledizione che ha dannato i francesi.
e che ha fatto scoppiare l'inflazione reale.
Dall'introduzione dell'euro, secondo l'Istituto Nazionale Francese di Statistica, i prezzi medi delle abitazioni francesi sono aumentati di 2,7 volte, cioè 10 volte il tasso dell'inflazione al consumo.
E quindi tutti a fare mutui per la prima e per la seconda casa, vergogna!
C'è il piccolo dettaglio che il boom immobiliare colpito praticamente tutto il pianeta, il che farebbe pensare che nel mondo c'è un eccesso di liquidità.
Ma va?
Ma non è solo il settore privato che è stato colpito dal sortilegio dell'euro ma anche il settore pubblico francese grazie ai bassi tassi di interesse nominali e reali avrebbe espanso a rompicollo il debito e questa sarebbe secondo questo editorialista francese la prima trappola dell'euro.
La seconda molto italiana sarebbe l'assenza di controllo sulla moneta unica.
Incredibile no?
Cioè proprio stiamo facendo il percorso.
Ora in Italia abbiamo gente che su questa idiozia ci ha costruito delle carriere politiche.
questa è l'antica canzoncina dei no euro secondo cui il ritornello dice se non puoi svalutare la moneta svaluterai il lavoro questa è una idiozia propalata da chi vende olio di serpente basandosi solo sulle variabili nominali perché gli aggiustamenti dell'economia avvengono necessariamente su base reale non nominale Il che vuol dire, pensate, che il lavoro deve comunque svalutarsi al netto dell'inflazione per recuperare competitività.
Cioè svaluto, i prezzi all'importazione aumentano, i salari vengono erosi in termini di potere d'acquisto, la competitività del mio paese aumenta.
Non è difficile da capire tranne che sui social, dove c'è sempre chi vende il Colosseo e chi felicemente se lo compra.
Quindi la Francia è pienamente contagiata con queste argomentazioni italiane dei tempi che furono diciamo 2018?
La Francia è sette anni dietro l'Italia?
Vediamo gli argomenti.
Il problema del debito francese dei non residenti che lo posseggono?
No!
La Francia è stata fregata dal crollo dei tassi di interesse reale che hanno portato il pubblico e il privato a spendersi l'anima.
La Francia non controlla l'euro quindi non può recuperare competitività svalutando.
Possiamo sicuramente dire che nella prima fase successiva all'introduzione della moneta unica è molto verosimile che il tasso reale è sceso in alcuni paesi in conseguenza del calo al premio a rischio inflazionistico.
Una BCE vista come una sorta di Bundesbank rappresentava una garanzia di lotta all'inflazione.
Poi però ci sono stati gli eccessi veri di liquidità globale, non solo europea, alimentati dai reiterati salvataggi dei mercati finanziari orchestrati dalla fede da altre banche centrali.
Poi c'è stato il Covid con il denaro dagli elicotteri, denaro fiscale e moneta.
In questa sequenza i francesi sarebbero quindi caduti in trappola credendo alla notizia grandemente esagerata della morte dei tassi reali positivi e giù a spendere.
Ovviamente anche questo è possibile.
Se a un certo punto il mondo e l'Europa parevano contaminati dalla sindrome della teoria monetaria moderna, cioè quella degli stampatori compulsivi di moneta, qualcuno c'è caduto con i piedi e con le scarpe.
Ma resta il fatto che oggi la spesa pubblica francese è il 57 per cento del prodotto interno lordo, record europeo probabilmente mondiale, a parte l'Ucraina che è in guerra.
però da sinistra, come vi ho detto, ci si lamenta che sono le entrate a non aver tenuto il passo della spesa.
E' possibile, questa è un'opinione ideologica.
Ma se in Francia c'è chi confusamente rimpiange i bei tempi del premio al rischio inflazionistico sui rendimenti obbligazionari e al contempo però invoca svalutazioni competitive, cioè riduzione dei tassi reali, riduzione temporanea dei tassi reali con le conseguenti perdite del potere d'acquisto.
Io ho l'impressione che chi invoca la disciplina del tasso reale elevato potrebbe in un futuro non lontano essere accontentato perché non c'è niente come un bell'attacco speculativo con o senza euro per fare schizzare al rialzo i tassi reali di un paese.
Però considerazioni come quelle di questo editoriale Le Figaro, mi pare che evidenzino che ci sono dei popoli e delle nazioni che non possono permettersi bassi tassi di interessi reali senza dannarsi.
Magari questa è una forma di autorazzismo, non so.
Comunque guardate vale sempre la regoletta, se il costo del debito supera la crescita nominale dell'economia il rapporto debito PIL cresce spontaneamente.
La Francia praticamente fino a ieri goduto di un costo del debito estremamente basso che era una sorta di premio per la diarchia europea franco-tedesca.
La Francia negli ultimi 30 anni solo in un caso ha prodotto un avanzo primario eppure fino a non pochi anni addietro controllava bene il rapporto di indebitamento perché la Francia fino a non pochi anni addietro era una sorta di Germania in piccolo, cioè aveva tassi di interesse bassi per il premio alla diarchia franco-tedesca, che producevano un costo medio del debito inferiore al tasso di crescita del PIL francese, quindi snowball effect, effetto palla di neve positivo, che controlla il tasso di interesse.
Cioè la Francia fino a non troppo tempo addietro non ha dovuto, a differenza dell'Italia, soffocare la crescita producendo reiterati avanzi primari e avvitandosi in una spirale di decrescita.
Però l'ho fatto per altre vie perché ha espanso la spesa pubblica fino al punto di mettere piombo nelle ali dell'economia nazionale.
Quindi la crescita nominale si è fermata, la palla di neve è diventata avversa.
Non solo!
Oggi la Francia, molti dicono, ma la Francia paga solo il 2% del PIL di spesa per interessi, non è a rischio?
No!
Però man mano che scadono i titoli di Stato francesi la Francia va a rinnovo con tassi di interesse ben più alti per cui questo 2% su PIL di spesa per il servizio del debito è destinato ad aumentare aumentando non farà altro che accentuare lo snowball effect, cioè l'effetto avverso della palla di neve.
Qualcuno italianamente, a sinistra ma non solo forse, dirà che l'espansione della spesa pubblica francese è stata meritoria perché tra le altre cose è servita a comprare la pace sociale...
beh pessimo lavoro, mi viene da dire, se guardo i risultati delle banlieue e l'agitazione sociale e civile che c'è nelle campagne francesi, nella periferia francese rispetto alla città-stato Parigi.
Però anche la vicenda francese, in attesa di vedere il governo Lecornu e il suo programma, io non tratterrò il respiro nell'attesa, certifica per l'ennesima volta l'inadeguatezza dei meccanismi di controllo di deficit e debito creati dall'Unione Europea, perché?
Perché a parte tutto ci si è fatti bastare l'aspetto di equilibrio contabile, cioè quello puramente quantitativo, non anche l'aspetto qualitativo del danno alla crescita che alcune manovre correttive hanno prodotto.
Io questo concetto l'ho già detto parlando dei guai italiani ora tocca alla Francia anche se appunto Parigi ha goduto di maggiore benevolenza voi ricorderete la famosa frase dell'ex presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker perché la Francia continua ad avere deroghe sul patto di stabilità e perché la Francia ha risposto Juncker che era dire un gran personaggio che diceva il vero, adesso qualcuno dirà che è in vino Veritas, ma non siamo maliziosi, però se finì tutto questo per la Francia è finito e quindi bisognerà vedere che cosa aspetta praticamente la Francia.
Per quanto riguarda l'ultima appendice estera Cina si conferma quello che vi sto prevedendo da molto tempo, cioè che è in corso un travaso di debito dagli enti locali al centro, cioè il debito, il maxidebito delle amministrazioni locali si sta spostando progressivamente al centro.
Per ora il governo centrale ha disposto prestiti perché ha scoperto che le amministrazioni locali sono fortemente morose nel regolamento dei pagamenti scaduti sia alle imprese che ai dipendenti che ai pensionati.
C'è una stima di un centro studi che ritiene che le amministrazioni locali cinesi abbiano un ritardo nel pagamento è oramai pari al 7% del PIL, questo genera tensioni sociali ma anche un grave danno economico.
Per ora il regime ha ordinato alle banche di sistema di concedere prestiti alle amministrazioni locali con cui pagare gli arretrati.
io credo che questi prestiti diventeranno alla fine del processo prestiti cioè debito pubblico che viene messo in preso in carico dal governo centrale che finora non lo fa per un motivo evidente che non vuole alimentare il moral hazard e piccolo problema che il moral hazard è già scappato dalla stalla perché le amministrazioni locali cinesi per anni hanno fatto i soldi semplicemente vendendo il terreno agli sviluppatori immobiliari e le loro entrate derivavano in grandissima parte da quello.
Adesso è finito questo giochino e si trovano disperate al tentativo di appunto trovare delle risorse.
Allora terminiamo con questo putpurri per dirlo alla francese, vi stiamo parlando della Francia, da Cialtronia, questa settimana dopo l'invasione e lo sconfinamento di questi 19 droni esca sul suolo sul territorio polacco la Polonia ha invocato l'articolo 4 del trattato istitutivo della Nato, gli italiani sono improvvisamente diventati esperti di trattati internazionali, ma la nostra stampa non ci aiuta perché io ho letto titoli del tipo l'incubo dell'articolo 4, come se l'articolo 4 fosse l'anticamera delle porte dell'inferno.
Io vi leggo Cosa recita l'articolo 4 del trattato dell'Organizzazione Nord Atlantica per gli amici NATO?
Le parti si consulteranno ogni volta che nell'opinione di una di esse l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata.
Dopo l'articolo 4 viene l'articolo 5, quello che è della mutua difesa collettiva.
Allora voi pensate in Italia ci sono questi brividi di inquietudine?
La Polonia ha chiesto l'articolo 4?
Oddio!
Questi sono gli stessi probabilmente che presentano la bufala del simile articolo 5 di Meloni pro-Ucraina che si intitola Armiamoci e partite come se fosse l'uovo di Colombo.
Voi capite che quando un paese esprime una simile soglia di cialtroneria, la prognosi per questo paese è in fausta, è in fausta ed è in fausta anche cogliendo il ritorno sulla scena politica di alcuni personaggi che sono tra i principali produttori di anidride carbonica.
Abbiamo visto Niki Vendola candidato da avs anzianità vecchiaia e superstiti al consiglio regionale di Puglia esibirsi in un delirante discorsetto del tipo l'Ucraina ha vietato la lingua russa non è vero la famosa tesi dell'Ucraina dittatura nazista che ostacola la grande madre russa l'Ucraina che molesta quelle che Vendola ha definito minoranze russofobe, magari minoranze russofone, però le minoranze russofone, illustre Vendola, non sono necessariamente minoranze russofile, questi rancidi minestroni ideologici cui lei ci aveva fortunatamente privato per alcuni anni che si era ritirato a leccarsi le ferite dell'ilva e ora è destinato a riproporci fin quando non tornerà al Parlamento di Roma staccandosi dalla sua adorata terra tra due anni.
Perché non si documenta prima di parlare Vendola?
Perché in questi anni forse lei era impegnato a scrivere poesie però sono lieto per lei perché lei avrà uno scranno in attesa di uno ancora più grande tra un paio d'anni e quindi potrà finalmente informarsi su quel diavolo che sta succedendo.
Poi siccome della serie non si butta nulla Si continua ossessivamente a ripetere idiozie come le famose idiozie programmatiche di Alice Line che vuole gli euro bond per far cambiare le auto.
Io non so come si possa proferire simili parole e restare seri io non ce l'ho con te ma con chi ti sta a fianco e non ti ha ancora buttato di sotto come diceva il grande Petrolini.
va avanti questo canovaccio, questo euro debito immaginario per cambiare l'auto.
Ricordate le soluzioni a costo zero sono uno dei marcatori più precisi della cialtroneria di una classe politica o di una classe dirigente siano essi imprenditori siano essi sindacalisti e poi ci sono quelli che non a caso alleati in questa meravigliosa cozzaglia di sinistra che se arrivasse al potere durerebbe da Natale a Santo Stefano.
Il Movimento 5 Stelle che esprimerà il prossimo candidato presidente del Consiglio, a cui Schlein porterà gioiosamente l'acqua con le orecchie, hanno svuotato i cassetti, hanno ottenuto la candidatura del grande statista, nonché amministratore, esperto Roberto Fico, nonché esperto di canzone neomelodica napoletana sulla quale ha realizzato la sua tesi di laurea in scienze delle comunicazioni.
quindi è un cursus honorum, io lo capisco, mi sento veramente umile di fronte a un CV di questo tipo, mi dispiace di non votare in Campania, però il Movimento 5 Stelle ha fatto diventare un format il reddito di cittadinanza regionale.
Questo è il format.
Pensate che nel lontano marzo 24 io scrivevo che questo sarebbe diventato un format alle elezioni regionali con candidati espressione dei 5 stelle in attesa di farla diventare una piattaforma elettorale nazionale.
Voi pensate che nostra Marius che sono?
Oppure perché conosco i miei polli?
Scrivevo un anno e mezzo fa, non serve essere un rocket scientist della politica per capire che questa proposta quella del reddito di cittadinanza regionale destinata a diventare un format nazionale, servirà a mettere pressione soprattutto al Partito Democratico al momento del lancio di candidature locali.
Fatto!
E in prospettiva della costruzione di un'alleanza per la prossima legislatura.
Verrà fatto!
il concetto di reddito di cittadinanza verrà pesantemente rimesso sul piatto e sulla piattaforma nazionale, ma che ve lo dico a fare?
E poiché non intendo più dirvelo direi che abbiamo terminato, vi ringrazio per l'ascolto, siete sempre estremamente numerosi, potete contribuire a questo podcast e al mio sito phastidio.net andando alla pagina phastidio.net slash donazioni potete comunicarmi potete inviarmi i vostri flussi di coscienza andando alla pagina phastidio.net slash contact praticamente la tab con scritto contatto avete due modi o mi scrivete a editor at fastidio punto net oppure potete lasciare un messaggio vocale usate questi questi metodi Tenete presente che ascolto e leggo tutto ma non rispondo a tutti, tenete presente che la probabilità che io arrivi in fondo alla vostra missiva è inversamente proporzionale alla lunghezza della missiva o della comunicazione medesima.
Perché è vero che voi in alcuni casi mi mandate flussi di coscienza, però è altresì vero che io non sono un terapeuta e ho la tirannia del tempo che devo inesorabilmente gestire.
Motivo per cui noi cercheremo di gestire al meglio il nostro tempo, ci risentiamo al fato piacendo, sabato prossimo, buona vita se potete.