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Mario Seminerio: Benvenuti o bentornati a Phastidio Podcast, la settimana phastidiosa, il compendio delle notizie che hanno attirato la mia attenzione e che ho approfondito sia attraverso articoli sul mio sito phastidio.net che sui miei social.
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Mentre a mezzanotte e un minuto di giovedì 7 agosto, ora della costa orientale, è entrata in vigore la nuova griglia di dazi reciproci di Donald Trump e mentre attendiamo gli altri di natura settoriale di cui parleremo tra poco continua la domanda che assilla economisti, operatori di mercato e commentatori.
Chi pagherà il conto di questi dazzi?
E bisogna dire che la risposta di senso comune è molto semplice pagheranno gli esportatori negli Stati Uniti, gli importatori statunitensi e i consumatori attraverso una maggiore inflazione.
Naturalmente quantificheremo prodotto per prodotto e il tempo dirà, però la domanda che viene subito dopo questa è perché la borsa statunitense continua a salire forsennatamente innatamente tetragona a tutti questi reiterati annunci di dazi sovradazi e dazi aggiuntivi da parte di Trump e a questa domanda hanno tentato di rispondere in molti, da Paul Krugman alle case di investimento che ogni giorno muovono e gestiscono fantastilioni e bisogna dire che c'è una certa convergenza perché la premessa di Krugman che ne ha scritto sul suo Substack è molto classica parte citando in maniera come dire un po' manieristica l'antica battuta di un altro premio Nobel Paul Samuelson cioè il mercato azionario ha previsto nove delle ultime cinque recessioni.
Fredure a parte la borsa non è un previsore delle fasi del ciclo economico questo mi pare assodato da molto prima dei dazi di Trump anche se la borsa esercita quella che George Soros ha chiamato riflessività, cioè l'andamento dei corsi di borsa è tale che se sottoposto a determinate torsioni finisce col retroagire e condizionare l'economia reale.
Suo premesso è sicuramente interessante il fatto che Krugman nel suo articolo sul suo Substack ricordiamo che Krugman ha vinto il premio Nobel su temi di economia internazionale quindi non è capucetto rosso 12 18 22 sui social.
Bene, secondo Krugman esiste una tendenza a sovrastimare i danni del protezionismo da parte di osservatori e anche da parte di alcuni economisti.
Questa tesi sembra essere confermata da uno studio di un think tank che si chiama Yale Budget Lab pubblicato pochi giorni fa che mostra che i danni di breve periodo sono sicuramente evidenti in termini di impatto negativo sul pill ma La riduzione della crescita di lungo periodo non appare esattamente esiziale per l'economia, perché nella simulazione dello Yale Budget Lab si parla di una riduzione del livello di PIL nel lungo termine, cioè detto in parole più povere, l'economia risulta più piccola rispetto allo status quo ante di solo lo 0,4 per cento, quindi non siamo neanche troppo lontani dall'errore statistico.
Allora nel breve termine c'è evidentemente altro che spinge il mercato azionario.
Un mercato azionario, e questo è utile da ribadire, che tende a rivelarsi assolutamente miope, nel senso che è esasperatamente focalizzato nei dintorni dell'immediato, del qui e ora, e lo chiamano short termism, e ovviamente c'è un motivo.
Ma cosa spinge quindi la borsa qui e ora?
La risposta di consenso di osservatori, analisti, economisti, case di investimento, ognuno più o meno con i propri interessi più o meno confessabili, è la borsa americana è spinta dal boom dell'intelligenza artificiale.
Secondo Krugman, se non vi fosse stato l'effetto frenante dell'economia prodotto dalla incertezza generata dal caos trampiano e dai dazi probabilmente in questo momento ci troveremmo di fronte ad un forte surriscaldamento dell'economia e non saremmo qui a parlare della necessità di un taglio dei tassi da parte della Fed.
possibile tutto ciò, è anche possibile che un eventuale sboom dell'intelligenza artificiale possa causare delle devastazioni sui corsi di borsa e sull'economia reale a confronto delle quali lo scoppio della bolla delle dot com sembrerebbe solo una lieve correzione.
l'altro in settimana ne ha scritto dando anche un po' di numeri su Wall Street Journal Greg Ip che è un commentatore molto acuto che si occupa tra le altre cose anche degli investimenti e dell'impatto degli investimenti sull'andamento del mercato azionario.
Però non c'è solo il boom degli investimenti, della cosiddetta CAPEX che sta per Capital Expenditures, perché a spingere la borsa è anche la redditività, ovviamente per qualcuno, visto che stiamo parlando in aggregato.
E qui veniamo all'analisi di chi sta sul mercato e a volte riesce anche a condizionarlo come accade tipicamente a BlackRock.
Blackrock in settimana è uscita con una nota tra l'altro non necessariamente di ricerca ma inserita in un prodotto di marketing che di fatto dice le stesse cose di Krugman anche se dubito che si siano sentiti per concordare il testo e cioè è in corso in questo momento un braccio di ferro tra i dazi che sottraggono e gli utili aziendali che aggiungono e questo si riverbera sulle quotazioni.
Gli utili sono spinti a livello aggregato quindi di tutti gli indici dall'intelligenza artificiale e almeno sinora, quindi parliamo dei dati relativi al secondo trimestre di quest'anno, hanno vinto la sfida contro l'effetto depressivo dei dazi, infatti la borsa americana è sui massimi storici.
Però Questo ovviamente lascia aperte le domande.
Proseguirà?
Chi pagherà i dazi e in che misura?
Allora, nel secondo trimestre gli utili negli Stati Uniti sono aumentati di circa l'8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, malgrado i dazi questo che fa sorgere, che si grida al miracolo dicendo i dazi sono irrilevanti sia sull'economia reale che sui corsi di borsa.
Io aspetterei ad affermare in maniera molto decisa una cosa del genere però prendiamola per buona.
I margini di profitto negli Stati Uniti, i margini delle società quotate, sono ai massimi storici mentre in Europa hanno un andamento stagnante, diciamo dalla post-covid, al termine del recupero post-covid, si sono messi su un plateau e lì restano e si muovono molto poco.
Le mega cap tecnologiche statunitensi stanno aumentando gli investimenti in intelligenza artificiale come si vede a ogni trimestrale, la settimana scorsa l'abbiamo visto con Microsoft e Meta, Poi i cosiddetti accordi commerciali annunciati da Trump nelle ultime settimane rimuovono parte dell'incertezza sul livello di arrivo dei dazi anche se con Trump non c'è nulla di definito e lo vedremo nel corso della puntata.
Sinora le aziende importatrici americane hanno fatto il pieno nei mesi scorsi, hanno riempito i propri magazzini in questo modo hanno rinviato la resa dei conti quindi generalmente sono riuscite a evitare di alzare i prezzi attendendo eventualmente una maggiore chiarezza sullo scenario.
Non alzano i prezzi soprattutto perché visto che ci sono molti concorrenti, almeno nella maggior parte dei settori, bisogna cercare di evitare di perdere quote di mercato.
Se ci fosse un comportamento collusivo questo problema non si porrebbe, ma questo non vale per tutti i settori.
Però questa sospensione, questa accumulazione da magazzino sta terminando, perché i magazzini si svuotano e le aziende stanno progressivamente arrivando a percepire che i dazi sembrano, anzi sono qui per restare.
Quindi il gocciolamento è in atto, il gocciolamento cioè che si traduce, che diventa inflazione al consumo partendo dai dazi.
i dati di inflazione del secondo trimestre americani mostrano infatti per i prezzi dei beni durevoli il passo di aumento più rapido dal 1991 a parte il periodo pandemico.
Quindi quello che possiamo dire con certezza è che il gocciolamento, il trickle down dai dazi all'inflazione al consumo è in atto.
Alcuni settori produttivi portano una pesante croce.
I costruttori di auto sono in prima fila a offrire il petto alle pallottole.
Le americane Ford e General Motors hanno sin qui scelto di assorbire i maggiori costi lo stesso stanno facendo i produttori giapponesi e sudcoreani e per i giapponesi basti vedere la botta annunciata da Toyota sul proprio utile che deriva dal fatto che si stanno praticamente tenendo in casa, si stanno mangiando i dazi per usare un'espressione cara a Trump.
In Europa la situazione è simile ma anche tragica perché la concorrenza cinese è dirompente non solo sull'elettrico che comunque genera volumi non decisivi ma anche sul termico e sul librido.
Poi naturalmente ci sono delle eccezioni come il caso della Ferrari che però non è classificata nel settore auto ma nel settore del lusso e di questo settore praticamente è diventata la brillante eccezione perché il settore del lusso è particolarmente depresso.
Quindi la manifattura è sottoposta a pressioni e torsioni epocali, però come evidenzia BlackRock il comparto industriale statunitense è il migliore da inizio anno per performance borsistica, perché starebbe beneficiando dello sviluppo dell'intelligenza artificiale e dell'aumento per la spesa per la difesa.
A parte queste considerazioni i dati mostrano anche una triste realtà, cioè il mercato azionario europeo che all'indomani e nei giorni successivi al Liberation Day pareva destinato a vivere una rinascita senza precedenti e a buttar giù dal piedistallo l'eccezionalismo americano in realtà è tornato al suo grigiore.
Blackrock ha pubblicato un grafico che è assolutamente lapidario.
Mentre i margini delle aziende statunitensi sono in volo verso la stratosfera e passano da un primato al successivo, i margini europei restano in stallo.
Hanno qualche guizzo da, come dire, elettroencefalogramma con attività cerebrale residuale, poi tornano ad appiattirsi.
con oltre la metà delle aziende dell'indice Stoxx Europe 600 che hanno comunicato gli utili, l'indice è sostanzialmente a crescita zero rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una stima di Bank of America.
Per contro i componenti dell'indice Standard & Poor's 500 hanno registrato come detto sin qui una crescita stimata intorno all'8-9 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente che è stata spinta dai big tech e dalle banche.
D'altro canto l'Europa dal punto di vista della tecnologia continua a non avere aziende leader.
Il settore auto europeo in manifattura è devastato da profit warning e le banche in Europa per il momento sono l'unico punto luminoso, l'unico bright spot come dicono quelli bravi che stanno sui mercati.
A complicare ulteriormente il quadro c'è il depreciamento del dollaro che erode gli utili europei ed espande quelli statunitensi considerando tra l'altro che le big tech americane realizzano fuori dagli Stati Uniti circa il 40% dei loro ricavi.
Quindi se nel prossimo futuro americano c'è una Fed che allenta la politica monetaria è verosimile attendersi un ulteriore depreciamento del biglietto verde anche in conseguenza di movimenti di cui vi ho parlato di aumentata copertura del rischio di cambio da parte di investitori esteri che non intendono abbandonare gli investimenti negli Stati Uniti.
Quindi non stupisce l'andamento dei rispettivi corsi azionari anche se questo andamento indica che le aziende statunitensi hanno maggiore potenziale per mangiare i dazi come direbbe Trump, visto il livello di margini che stanno generando.
Quindi hanno maggiore potenziale per precipitare dagli attuali livelli elevati di quotazione.
Se poi qualcuno, a furia di mangiarsi i dazi, facesse in digestione dei dazi medesimi, Trump ingranerà la retromarcia, dichiarerà vittoria, anzi trionfo, e cominceranno ad arrivare le esenzioni alle tariffe, prima selettive e poi generalizzate, come è accaduto su scala incomparabilmente inferiore durante il primo mandato di Trump.
Tirando le somme, secondo queste tesi convergenti, secondo la tesi convergente che potremmo definire Krugman-BlackRock, per ora la borsa statunitense ha premiato l'espansione dei margini apparentemente senza ostacoli o senza pensieri cupi.
Da qui in avanti inizierà a palesarsi il vero impatto dei dazi e si capirà qual è esattamente la ripartizione del costo dei dazi sulla triade esportatori negli Stati Uniti, importatori statunitensi e consumatori statunitensi.
Poi sul boom dell'intelligenza artificiale pesa, mi pare il minimo che si possa dire, un inequivocabile rischio bolla e Però quello che vi ho descritto, visto che ogni tanto bisogna anche tentare di mettere un punto fermo, mi pare una sufficiente razionalizzazione di quello che sin qui è accaduto sui mercati.
Ed entrando in dettaglio di tutto quello che è accaduto nel corso della settimana, Vi segnalo appunto che in settimana si è inasprita l'animosità di Trump nei confronti dell'India perché praticamente all'India è stata applicata sia pure con una sospensiva di 21 giorni che scadrà appunto a fine mese e che è una sospensiva amplissima, un dazio addizionale del 25%, quindi sarebbe 25% più 25%.
Questo potrebbe essere un dazio in preparazione delle sanzioni secondarie contro la Russia, perché Trump è partito accusando l'India praticamente alimentare la macchina da guerra russa perché Trump si è scoperto diciamo improvvisamente pacifista e quindi vedremo come andrà a finire.
Ripeto ci sono circa tre settimane per i negoziati.
Naturalmente l'India ha replicato alla tesi americana, ricorderete forse che Trump e Modi Sembravano i migliori amici quando Modi è stato ricevuto alla Casa Bianca, è stato indicato come un duro negoziatore.
Voi sapete che Trump ha questa affascinazione per gli uomini forti che negoziano in maniera abbastanza robusta.
Poi è cambiato qualcosa, è cambiato che a un certo punto Trump si è messo in testa di far finire la guerra, forse, perché poi vedremo come andrà il famoso incontro fra Trump e Putin, ha cominciato a martellare l'India dicendo tra le altre cose preliminarmente che l'India è un mercato incredibilmente chiuso e questo è oggettivamente vero perché il livello dei dazi indiani è lì da vedere naturalmente Modi risponde io devo proteggere i miei pescatori allevatori e coltivatori perché altrimenti gli fanno la pelle e il sottinteso ma non troppo però l'India ha risposto alle accuse di Trump in una maniera molto precisa, ha detto quando c'è stata l'invasione russa dell'Ucraina è stata la Casa Bianca ovviamente di Joe Biden a chiederci quasi a supplicarci di comprare il petrolio russo come a dire da parte dell'India guardate che stiamo parlando delle solite ipocrisie nel senso che Mentre gli americani assieme agli europei nel febbraio del 22 approntavano delle sanzioni draconiane o presunte tali nei confronti della Russia, però gli americani si preoccupavano che il prezzo della benzina, che è l'unica vera religione degli americani, non schizzasse.
e quindi hanno detto all'India vabbè noi ci giriamo dall'altra parte voi comprate il petrolio russo poi lo raffinate poi rimettete in circolo i prodotti derivati che sono quelli che possono mettere in ginocchio l'economia mondiale se parliamo di benzina e diesel o anche di carburante avio e vediamo come va a finire.
Certo questa è la verità indiana ed è sicuramente una parte della verità però non è tutta la verità perché l'India giustamente prodomo sua omette di dire che per fare scorpacciata di petrolio russo che comunque era venduto a sconto, non per le sue intrinseche caratteristiche fisiche che determinano determinati esiti di raffinazione ma per gli embarghi eccetera eccetera, hanno sospeso gli acquisti dalla regione del golfo.
Perché?
Perché costava il petrolio russo molto meno, per cui l'India ha fatto un sereno arbitraggio, diciamo ha fatto uno switch e ha puntato alla maggiore convenienza, esattamente come fa ognuno di noi quando va al supermercato.
Magari prima guarda i volantini delle promo, guarda i prezzi di quello che compra abitualmente, guarda le offerte e cerca, a volte azzeccandoci e a volte commettendo delle incredibili tranvate, di risparmiare, di avere lo scontrino finale abbastanza compresso.
E lo fanno anche gli stati, non lo fanno solo le personcine che debbono quadrare i conti di casa quando vanno a fare la spesa.
Intanto diciamo c'è questa incazzatura di Trump nei confronti dell'India, stanno negoziando perché per definizione tutti dicono stiamo negoziando, vedremo come andrà a finire, bisogna considerare poi che l'India è anche molto risentita perché dice perché siamo solo noi tra i grandi acquirenti del greggio russo a essere martellati e non la Cina?
beh per un motivo che vi potrà sembrare banale rispondo io perché la Cina ha le terre rare con le quali tiene letteralmente per le palle il mondo occidentale americani ed europei che come al solito sono il vaso di coccio e sono quelli che prendono botte da destra e da sinistra ecco perché la Cina viene al momento risparmiata perché la Cina tra l'altro ha una deadline il 12 di agosto di cui si vocifera possa essere spinta in avanti per altri 90 giorni nelle more del negoziato in corso, ma soprattutto la Cina è l'unico paese sulla terra che ha un fortissimo leverage nei confronti degli americani con le licenze all'esportazione delle terre rare.
Questa è l'unica cosa di cui bisogna essere consapevoli.
Però c'è anche da dire che Trump vuole disarticolare e vuole farla pagare cara ai paesi dei BRICS perché se l'è presa con l'India non se la sta prendendo con la Cina solo perché devono trovare un accordo eccetera se l'è presa col Sudafrica che sta praticamente venendo fatto a fette con tradazzi del 30% eccetera ma il Sudafrica paga alcune cosine, ad esempio la sua relazione abbastanza privilegiata con l'Iran, il fatto che è stato il primo paese a depositare la denuncia, se possiamo chiamarla così, contro Israele alla Corte Penale Internazionale eccetera eccetera.
Poi ricordiamo che Trump accusa il governo sudafricano di genocidio degli afrikaner, dei bianchi, e ha pure messo in piedi questa misura abbastanza ridicola di asilo politico concesso pressoché a vista per gli africaner, quindi il Sudafrica viene martellato per queste motivazioni che sono geopolitiche e politiche, il Brasile viene martellato perché Trump si è messo in testa di difendere il suo alleato bolsonaro a costo di danneggiare le grandi lobby pro-bolsonaro come quelle dell'agribusiness, però Bisogna sempre guardare le cose in controluce, bisogna evitare di iperventilare e di buttarsi a conclusioni estreme, perché se facessimo così probabilmente condurremmo maratone televisive e saremmo direttori di un telegiornale nazionale da alcuni lustri.
Purtroppo per fortuna non lo siamo, perché abbiamo scoperto che è vero c'è questo dazio eminentemente politico del 50% a carico del Brasile, però il Brasile se vogliamo considerare le attenuanti invia negli Stati Uniti solo tra virgolette il 12% del totale del suo export.
Ricordiamo che il Brasile non è in surplus, è a deficit bilaterale con gli Stati Uniti, questo vi dà la misura di quanto è politico il maxidazio di Trump, però il Financial Times in settimana ha scoperto e ci ricorda che Nella lista dei prodotti brasiliani che sono esenti da Dazio ci sono ben 700 prodotti che includono i prodotti petroliferi raffinati presumo, i minerali di ferro che entrano nella siderurgia, la polpa di cellulosa, i fertilizzanti che sono comunque un elemento di grande criticità mondiale, il gas naturale gli aerei e le componenti degli aerei che gli americani tendono a esentare nei confronti di tutti i partner commerciali.
Per cui questa si può considerare la nuova frontiera del taco, perché appunto Trump mette Dazi che in controluce e a prima vista sono, appaiono ma sono, eminentemente politici, però c'è tutta una serie di esenzioni ci ricorda che se le cose dovessero mettersi male per i mercati e per l'economia globale, Trump comincerà a creare un tale numero di esenzioni nelle tariffe doganali che quelle tariffe verranno praticamente a essere svuotate di significato, come accaduto su scala molto inferiore nel primo mandato di Trump.
Quindi attendiamo, è chiaro che c'è una animosità di Trump nei confronti dei BRICS perché Trump è convinto, sbagliando, che i BRICS stiano congiurando per detronizzare il dollaro, sbagliando perché non c'è assolutamente modo di usare una moneta comune, però potrebbero usare magari uno stable coin costruito tra di loro.
Questo è probabilmente la cosa che irrita e preoccupa Trump rispetto al primato mondiale del dollaro, perché voi sapete che Trump non ama, Trump deve avere ascendenze anche italiane oltre che tedesche, perché Trump ogni volta che si parla del concetto di trade off viene praticamente preso da uno sciocca anafilattico, nel senso che lui vuole il dollaro come valuta dominante planetaria, come moneta dell'impero, però contemporaneamente non vuole il dollaro forte, quindi vediamo come andrà a finire, ma chiaramente sono paesi esponenti dei BRICS che stanno venendo in questo momento martellati l'India, il Sudafrica, in parte la Russia ma qui aspetteremo l'incontro tra Putin e Trump che avverrà nei prossimi giorni, la Cina non viene martellata, anzi Nei giorni scorsi Trump ha detto di no a una fermata sul suolo statunitense del presidente di Taiwan proprio per non irritare i cinesi, perché in questo momento Trump è attentissimo a non fare incazzare i cinesi perché sarebbe una cosa molto grave.
Nel frattempo però Trump ha scoperto nella sua modalità di comunicazione fantasmagorica che tutte le promesse di investimenti fatte dai paesi sono cosa sua, sono il suo nuovo giocattolone.
Gli investimenti offerti dai paesi per ridurre i dazi sono cosa nostra degli americani, anzi cosa sua, perché in settimana è riuscito a dichiarare per quanto riguarda l'Unione Europea minacciando di portare il dazio al 35% se gli europei non daranno seguito a pagare questi 600 miliardi di investimenti e ha detto mi hanno dato 600 miliardi ed è un dono, that's a gift, manco fosse il il jumbo lì l'aereo che gli è stato regalato dal Qatar, ci hanno dato 600 milioni che possiamo investire in qualsiasi cosa vogliamo.
I dettagli sono 600 miliardi da investire in tutto quello che io voglio.
Tutto.
Posso farci tutto quello che voglio.
Continuato a ripetere ossessivamente questo concetto probabilmente per convincere se stesso.
Questo mi ha ricordato un vecchissimo spot pubblicitario di quando ero un ragazzino, non ricordo neanche di che prodotto si stesse parlando, praticamente c'è una presa di ostaggi all'interno di una banca Fuori c'è la polizia, i carabinieri, il classico maresciallo con i baffetti da sparviero che diciamo cerca di negoziare con il sequestratore della gente dentro lo sportello bancario dice dai adesso dici cosa vuoi e questo qui fa la lista di tutte le cose che vuole, di soldi, un'auto eccetera eccetera e poi improvvisamente se ne esce con questa voce meravigliosa che dice è un trenino che praticamente è il motivo per il quale io a volte continuo a dire quando qualcuno chiede molte cose ci aggiungo in coda il trenino ecco praticamente Trump sta facendo la stessa cosa lui aveva ipotizzato di creare un fondo sovrano il Fondo Sovrano crede di averlo creato praticamente con tutti questi pizzi mafiosi che gli devono essere pagati dalla Corea del Sud, dal Giappone, dall'Unione Europea come investimenti che verranno diretti da lui, indirizzati in ambiti da lui scelti, poi naturalmente giapponesi e sudcoreani hanno detto sì però veramente non è capitale sotto forma cash ma sono garanzie su prestiti e qui c'è silenzio vedremo come andrà a finire e poi noi pensavamo di investire in ambiti dove possiamo risultare complementari ad esempio il Giappone ma anche la Corea del Sud hanno offerto delle garanzie sui prestiti in caso negli Stati Uniti ci fosse qualcuno intenzionato a investire e a potenziare il settore della cantieristica civile perché gli americani, come vi ho detto più volte nei mesi scorsi, non hanno un settore cargo o meglio ce l'hanno particolarmente rachitico, quindi se mettono delle sanzioni sui mercantili cinesi praticamente si sparano nei piedi o in altre parti anatomiche.
Però Trump sta facendo questa lista, questi mi devono 550 miliardi il Giappone, 600 me li deve l'Unione Europea, 350 me li deve praticamente non mi ricordo più chi e quindi questi li gestisco io, io io, quando il telefono di Trump è occupato non fa tu tu tu ma fa io io io.
C'è questo nuovo giocattolo e parlando di investimenti promessi però di situazioni che sono andate tragicamente storte corre l'obbligo di parlare dello psicodramma che sta vivendo in questo momento la Confederazione Svizzera.
La Svizzera aveva offerto praticamente 150 miliardi di investimenti che secondo una classifica che non so quanto possa essere considerata utile rappresentava il primato mondiale degli investimenti offerti agli Stati Uniti pro capite rispetto al paese offerente, visto che la Svizzera ha 9 milioni di anime e 150 miliardi di dollari fratto 9 milioni fa una cifra pro capite per ogni svizzero che è sicuramente la prima sul pianeta, poi naturalmente La presidente federale Keller Sutter si era messa in testa di poter arrivare al 10 per cento come tutti gli altri o al 15.
In realtà gira voce che lei avesse chiesto l'uno.
In realtà stanno uscendo tutta una serie di retroscena che nell'incontro con Trump lei voleva l'uno si era messa in testa di dire sì però attenzione caro Trump no si è messa che questo questo approccio lei si definisce una ammiratrice di Margaret Thatcher però mal gliene incolse dicendo attenzione perché caro Trump tu continui a focalizzarti sul saldo delle merci ma sul saldo dei servizi siamo a pareggio Trump se ne fotte di queste considerazioni, lui i servizi proprio non li considera, per lui conta solo la old economy del saldo bilaterale merci, quindi evidentemente si sono incazzati e hanno schiantato sulla Svizzera un bel 39% dazio reciproco come dice il termine, e gli svizzeri sono usciti praticamente scioccati.
Lo sciocco è stato talmente violento che a un certo punto la presidente federale Keller-Sutter, vi ricordo che in Svizzera il Consiglio federale che è, diciamo, il cosiddetto governo che accoglie tutti i partiti rappresentati in Parlamento secondo la cosiddetta formula magica.
Il Presidente federale è eletto a rotazione e dura in carica un anno, allora lei è il Ministro dell'Economia, Parmelin, che è un esponente del Partito Popolare, quindi della destra nazionalista e sovranista a Svizzera hanno preso e sono volati negli Stati Uniti.
Uno dice bene evidentemente il nodo della trattativa si è riannodato ma anche no perché si è scoperto in maniera assolutamente fantoziana che loro sono partiti, questi due poveri esseri sono partiti per gli Stati Uniti senza un invito formale da parte di chi che sia Quindi hanno cercato di farsi aprire da qualcuno e sono stati ricevuti dal segretario di Stato Marco Rubio, il quale con il commercio internazionale non c'entra granché, se non diciamo con l'ipotesi magari dal punto di vista geopolitico dell'ordine degli F-35 svizzeri.
Tra l'altro per quanto riguarda questo ordine di F-35 in Svizzera c'è già dibattito perché ci sono i falchi che dicono Cancelliamo l'ordine degli F-35, al diavolo gli americani, facciamogliela pagare.
Ci sono quelli che dicono, le colombe, che dicono no, ordiniamogli un altro paio di F-35 oppure se la dotazione resta invariata facciamo aumentare il prezzo di listino.
Vi giuro, ho letto anche di questo.
Sono tornati a casa praticamente con zero risultati, hanno convocato d'urgenza un Consiglio federale nella giornata di giovedì 7 al termine del quale hanno emesso un comunicato, come dire, molto fatalista.
La stessa Keller Sutter ha detto siamo nelle mani di Trump, il che voglio dire amen, quindi se siamo nelle mani di Trump io speriamo che me la cavo.
e hanno emesso però un comunicato molto cauto che rappresenta un approccio molto cauto nel senso che hanno dichiarato che proseguono le trattative con l'amministrazione americana, a questo punto non si sa con chi, il Consiglio federale svizzero si impegna a misure di promozione dell'export svizzero, vi do una dritta anche l'Italia sta facendo esattamente la stessa cosa perché è l'unica cosa che si può fare, andrebbe fatta comunque però si può eventualmente intensificare la promozione commerciale all'estero e la Svizzera si impegna, il Consiglio federale svizzero ad adottare misure per le imprese colpite che però non sono ristori, sostegni, compensazioni, no una cosa molto banale la cassa integrazione, l'equivalente svizzero della cassa integrazione che anche in Svizzera copre Ovviamente per situazioni avverse giudicate temporanee paga l'80% della retribuzione, come da noi, dura un massimo di 18 mesi, il Consiglio federale si impegna ad approvare abbastanza rapidamente l'estensione a 24 mesi della cassa integrazione in conseguenza delle turbulenze in corso.
però abbiamo scoperto nella giornata di venerdì 8 agosto che le dogane statunitensi hanno emesso un ruling che è una sorta di interpretazione autentica che inopinatamente aggiunge l'oro a la lista dei prodotti che sono assoggettati ad azio.
Colpo di scena!
Praticamente le barre di oro del peso di un chilo e di 100 once che sarebbe l'equivalente di poco più di due chili e mezzo vengono assoggettate ad azio e questo naturalmente è un ulteriore colpo ai danni degli svizzeri perché facciamo una premessa del grande surplus bilaterale merci della Svizzera con gli Stati Uniti, il grosso nel corso dell'ultimo anno, visto che questo surplus nell'ultimo anno è aumentato del 50-55%, da che cosa deriva?
Dal cosiddetto front loading, cioè dal fatto che gli importatori americani al grido presto che tardi si sono messi a fare dei maxi ordini, di che cosa?
Di oro e di farmaci.
Quindi la Svizzera che esporta negli Stati Uniti oro raffinato, farmaci, orologi, alimentari sotto forma di cioccolato e formaggi e meccanica di precisione ha visto gonfiare il suo surplus merci bilaterale con gli Stati Uniti nel corso dell'ultimo anno in conseguenza dell'anticipazione del front loading delle spedizioni di farma e di oro.
perché la Svizzera è il primo centro mondiale di cosiddetta raffinazione dell'oro che poi riesporta.
Sotto forma di barre, di lingotti, le barre hanno una forma e un peso che è variabile però ci sono due tipi di barre, guarda caso quella da un chilo e quella soprattutto quella da un chilo e quella da 100 once che sono la size standard che viene utilizzata nelle borse merci quando si compensano le partite di oro.
La Svizzera da questa imponente attività di raffinazione e trasformazione in barre o monete o comunque manufatti di varia taglia e foggia dell'oro mondiale ha una marginalità molto bassa.
però comunque pagherà i dazi comunque anche sull'oro.
Adesso stiamo a vedere se ci saranno forti turbulenze perché l'oro è una cosa seria, mettersi a giocare con l'oro è qualcosa che può essere estremamente problematico per l'economia mondiale perché potrebbe suscitare il panico, potrebbe suscitare un aumento dell'incetta di oro da parte dei gestori di riserve delle banche centrali dove i cinesi e sono in prima fila nell'incettarle e stanno già determinando come già era accaduto in passato per il rame e per l'acciaio e per l'alluminio una distorsione sulle borse merci dai due lati dell'Atlantico dove le borse il COMEX, il Commodity Exchange dal lato americano il premio all'acquisto di oro esplode e dal lato europeo resta basso.
quindi il differenziale dei premi per l'oro si divarica sui due lati dell'Atlantico e comunque produce una marea di distorsioni di ogni natura oltre a rischiare di determinare una sorta di corsa disperata agli acquisti e suscitare il panico.
Naturalmente qui potremmo anche dire che qualcuno negli Stati Uniti si era messo lungo di oro e cercava di appunto portare a casa anche questo trade che sono tutti questi trade che contano.
Non lo so se è una cosa di questo tipo.
Poi stanno per arrivare i nuovi maxi dazi settoriali.
Trump ha annunciato i dazi sul farmaceutico perché vogliamo che i farmaci siano prodotti nel nostro paese, di conseguenza ha detto nei prossimi giorni annuncerò i dazi settoriali sul settore farmaceutico, saranno inizialmente piuttosto contenuti ma entro un anno, un anno e mezzo al massimo saliremo al 150% e poi fino al 250% perché noi vogliamo che i farmaci siano prodotti nel nostro paese.
Ora voi pensate se gli americani dovessero effettivamente pagare questi dazi sui farmaci probabilmente la speranza di vita degli americani che già non è particolarmente elevata tra i paesi più sviluppati calerebbe ulteriormente.
Quindi anche qui c'è da fare un'ulteriore premessa, un ulteriore inciso.
Per riportarsi a casa la produzione di pharma basta mettere mano ai regimi fiscali perché c'è comunque un loophole nel regime fiscale statunitense che consente a Big Pharma di tenersi in pianti in Irlanda grosso del surplus merci bilaterale dell'Unione Europea con gli Stati Uniti deriva dal surplus irlandese, il quale a sua volta deriva in maniera sempre più rilevante anche dal punto di vista della produzione fisica, non solo del sandwich per fare il riciclaggio dei profiti, deriva dal pharma, Quindi Trump come continua a sgolarsi l'economista esperto di commercio internazionale Brad Setzer, ha un modo infallibile per risolvere il deficit bilaterale che gli Stati Uniti hanno sul pharma, chiudere questo loophole fiscale.
Naturalmente se ciò accadesse l'Irlanda rischierebbe di fare una gran brutta fine con la sua economia.
E quindi anche qui bisogna vedere e poi arriverà l'annuncio delle tariffe settoriali sui semiconduttori.
Anche qui c'è il momento taco perché sui semiconduttori Trump ha detto che saranno assoggettati a dazi del 100% tranne per chi investe negli Stati Uniti.
Ora tutti i big player mondiali produttori di semiconduttori non statunitensi hanno impianti negli Stati Uniti e hanno annunciato di potenziarli.
Quindi non perde nessuno.
Però Trump non ha detto chi investirà negli Stati Uniti sarà esonerato dal Dazio al 100% sui semiconduttori.
Investire quanto?
10 miliardi, 100 miliardi, 10 dollari, quanto?
Quindi non si sa, ma anche qui si sente questo caratteristico profumo di taco, perché intanto insediare nuove strutture, nuove fab per i semiconduttori non è una cosa che si mette nel forno a microonde, ci vuole intanto le spese di impianto, i tempi tecnici per l'impianto materiale, le competenze specialistiche delle maestranze che anche lì le maestranze specializzate in determinati ambiti manifatturieri non si stampano con la stampante a 3D però vedremo infatti il mercato inizialmente era di ottimo umore quando è uscita questa notizia perché la riflessione che hanno fatto gli operatori di mercato è vabbè va se tutti quelli che hanno in corso investimenti negli Stati Uniti sono esonerati dai dazi al 100% a posto.
Questa è una classica grida non manzoniana ma trampiana quindi c'è questo nuovo genere letterario la grida trampiana e vissero tutti felici e contenti però staremo a vedere ma Nel dubbio, non sapendo esattamente che fare e come sistemare questa situazione, il buon Tim Cook, l'amministratore delegato di Apple ha annunciato a Trump in una cerimonia alla Casa Bianca dove lui ha portato doni in modalità nordcoreana, le cose intagliate, l'oro eccetera eccetera, questo disco in vetro intagliato non ho ben capito nel Montana o dove diavolo, altri 100 miliardi di investimenti di Apple negli Stati Uniti che si sommano al mezzo trilione cioè i 500 miliardi promessi pochi mesi fa.
Oramai abbiamo perso il conto siamo a 600 miliardi di dollari di investimenti di apple negli stati uniti roba che praticamente anche lo stesso ingegner cane ha perso il conto avverranno questi investimenti non si sa però è del tutto palese che Tim Cook con questa modalità nordcoreana in cui va a prostrarsi al dittatore di turno e gli porta dei doni in modalità remagi, anche se i remagi ovviamente portavano doni non certo a un dittatore e anche un po' più giovane anagraficamente, punta ad avere, a ritagliarsi praticamente la sua bella esenzione e anche lì però nulla è già certo né definito.
Vi faccio un esempio.
l'India che viene martellata da Trump con questi dazi sui dazi però l'esportazione, i semiconduttori al momento in India non sono coinvolti.
Quindi Apple che ha parzialmente delocalizzato le linee di produzione dell'iPhone dalla Cina all'India teoricamente è al riparo.
Ma chi ci dice che il giorno che verranno annunciati questi dazi Trump non specificherà?
i semiconduttori dell'India pagano Dazio, ma allora i semiconduttori dell'India pagano Dazio anche quando sono incorporati nell'iPhone che dall'India viene spedito negli Stati Uniti?
Da saperlo!
Quindi come vedete il diavolo si nasconde nei particolari e il diavolo veste Trump e Melania per cui povera Melania non c'entra nulla ma ho voluto aggiungerla diciamo finché morte o contratti matrimoniali non li separino.
Quindi come vedete nessuno sa nulla che è praticamente il claim, lo slogan con il quale si deve approcciare Trump, però è il buon Tim Cook che già ha i suoi problemi perché gli portano via i super sviluppatori dell'intelligenza artificiale, è indietro da quel versante, è minacciato dagli antitrust europei e non solo europei per quanto riguarda il suo marketplace, insomma rischia veramente di fare una gran brutta fine.
questo però non mi indurrà a passare ad Android, questo ve lo dico come notazione autobiografica.
Quindi c'è un problema, c'è un problema nel senso che tutti vanno a negoziare, questo è il famoso crony capitalismo, cioè il capitalismo clientelare che è tipico delle democrature, delle autocrazie o delle dittature conclamate ed è un bel problemino, però diciamo tutti cercano di portarsi avanti promettendo mille mila miliardi di dollari di nuovi investimenti non si sa quando come e perché quindi anche lì staremo a vedere però la settimana scorsa la puntata era già stata trasmessa quindi non c'è stato modo di parlarne ma non c'è problema perché recuperiamo or ora c'è stato questo evento traumatico del licenziamento in tronco della commissaria responsabile delle statistiche del lavoro federale il così il Bureau of Labor Statistics.
Perché?
Perché è uscita questa revisione abbastanza traumatica che ha praticamente abbattuto la creazione netta di occupazione di maggio e giugno, a una gocciola, a una goccia no, meno 258.000 posti rispetto a quanto inizialmente riportato.
A maggio quindi dato finale solo 19.000 nuovi posti netti, a giugno solo 14.000.
Qui bisogna, per me quindi Trump spalleggiato dai suoi sicofanti, tra cui Kevin Hassett candidato diventare prossimo governatore della Fed, hanno cominciato a sparare a palle incatenate.
Trump è partito subito nel suo stile a dire i dati sono truccati per motivi politici.
Asset ha detto bisogna mettere mano alle metodologie perché è cambiato il mondo ed è palese che questa metodologia non funziona più, non siamo credibili.
C'è questo danno di credibilità alle statistiche economiche, quindi vedete l'abilità, si fa per dire dialettica, che ribalta il problema della credibilità rispetto a quelli che dicono non siamo più credibili perché abbiamo silurato la responsabile delle statistiche federali sul lavoro.
Ora, bisogna premettere che le revisioni ai dati macroeconomici non sono né insolite né infrequenti, Lo scorso anno, ad agosto, il Bureau of Labour Statistics ha annunciato un clamoroso ridimensionamento alla nuova occupazione, ben 800.000 posti in meno in un anno.
Ad agosto del 24, cioè nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali.
Quindi dire che Erika McEntarfer lavorava per la Biden o per Kamala Harris, quando tu a tre mesi dal voto annunci 800.000 posti di lavoro in meno vuol dire avere un pessimo rapporto con la realtà.
Tra l'altro a inizio anno, a Trump già insediato, il Bureau of Labor Statistics aveva ulteriormente ridimensionato la perdita di lavoro a meno di 600.000 posti.
quindi uno potrebbe dire ma questa tizia qui lavorava per il re di Prussia anzi per Trump però a parte queste seghe mentali da cospirazionismo ci sono degli innegabili problemi nei processi di raccolta dei dati che possono minare la qualità dei dati esempio per calcolare l'inflazione e il consumo i rilevatori sul campo del Bureau of Labor Statistics raccolgono ogni mese circa 90.000 dati di prezzo coprendo 200 diverse categorie di articoli e mandando sul terreno diverse centinaia di rilevatori che sono attivi in 75 aree urbane.
Quando i dati per qualsivoglia motivo non sono disponibili il personale, i rilevatori, anzi il personale di elaborazione del BLS sviluppa delle stime.
Fisiologicamente, storicamente queste stime riguardavano il 10% delle celle nel calcolo dell'indice dei prezzi al consumo.
Però da qualche tempo, da qualche mese, la quota di dati è aumentata significativamente e ora è superiore al 30%, il che significa che oggi quasi un terzo dei prezzi che entrano nell'indice dei prezzi al consumo statunitensi sono supposizioni, cioè sono elaborazioni statistiche basate su altre raccolte di dati dello stesso indice.
I licenziamenti dei dipendenti pubblici attuati dal doge possono aver avuto un peso in questo processo di deterioramento della raccolta dati.
C'è però anche un altro fenomeno che minaccia la qualità delle rilevazioni, il calo che in apparenza è inarrestabile di chi risponde ai sondaggi relativi all'occupazione, in generale alle statistiche economiche, perché dati raccolti dal BLS si basano su una indagine mensile volontaria, la cosiddetta Establishment Survey, di circa 120.000 tra aziende e agenzie governative.
In un mese tipico il BLS riceve risposte da circa il 60% delle entità nel suo campione.
Il 60% risponde in tempo per il rapporto mensile.
I restanti rispondono, coloro che rispondono, rispondono nei mesi successivi e questo porta a delle fisiologiche revisioni di routine.
Però è evidente che se il numero totale dei rispondenti è in calo, il problema c'è.
La qualità del dato finale c'è.
Il problema della qualità del dato finale c'è.
E la stessa criticità vale per l'altra grande rilevazione mensile la cosiddetta Household Survey che interroga le famiglie, anche qui il tasso di risposta da tempo è in caduta libera.
Oltre a questi problemi ce ne sono altri di natura metodologica, ad esempio il cosiddetto modello Birth-Death che è una integrazione non campionaria, cosa vuol dire?
Che le stime creazione di occupazione che sono basate su campioni vengono ogni mese integrate con un modello statistico, quello delle nascite e delle morti di aziende, che è stato disegnato per ridurre una fonte principale di errore non campionario che è l'incapacità del campione medesimo di catturare tempestivamente la crescita netta dell'occupazione generata dalla formazione di nuove imprese e dall'accessazione di quelle esistenti, cioè da nascita e morte di aziende.
Quindi il modello birth-death è necessario e in condizioni normali funziona abbastanza bene ma tende a perdere anche significativamente di efficacia nei momenti di cambio di stato.
cioè quando si passa da una fase di espansione a una fase di recessione, quando si passa da una fase recessiva a una fase di ripresa.
In queste circostanze dei cambiamenti di stato, dei punti di flesso, il modello birth-death ovviamente sbaglia la stima dell'occupazione aggiuntiva, in aggiunta a quella generata dal campione statistico, di nuovi occupati in conseguenza della nascita e della morte di aziende.
Allora proviamo a tirare le somme.
Trump è davvero preoccupato per la qualità dei dati, è una domanda retorica, oppure vuole semplicemente imitare le dittature, le democrature e le autocrazie che tanto lo affascinano?
Trump è convinto che la legittimazione tramite voto popolare lo renda una sorta di divinità.
Lui sta davanti a tutto e a tutti.
Però non bisogna scordare che le indagini statistiche sono per l'appunto statistiche, non sono basate su leggi fisiche.
si può interrogare su, anzi più che interrogare ci si può interrogare e agire per conseguire miglioramenti metodologici, questo avviene regolarmente per opera degli addetti ai lavori, però fare quello che Trump ha fatto venerdì scorso avvicina ulteriormente gli Stati Uniti a una repubblica delle banane più che a un mercato emergente.
Peraltro chiediamoci la domanda, sorge spontanea, che farà Trump se una volta soggiogato anche il Bureau of Labor Statistics si trovasse con delle survey private del tutto divergenti rispetto a quelle pubbliche?
Le metterebbe fuori legge in modalità russa, cinese o venezuelana?
i mercati.
Quando i mercati applicheranno un vero sconto alla demolizione della credibilità del sistema paese statunitense?
Io vi ricordo il tormentone, questi fenomeni non sono lineari, le cose accadono lentamente poi velocemente.
La rozza funzione di utilità di Trump è molto ben delineata.
L'economia cresce, i tassi van ridotti, l'economia rallenta, i tassi van ridotti.
Sembra la pubblicità dello stock 84, no?
Nelle giornate di campionato.
Tutto è finalizzato a ridurre l'onere della spesa per interessi.
Ma è troppo facile così!
Vero peccato che oltre dati limiti di forzatura i mercati smettono di essere d'accordo.
vogliono farmi fare una brutta figura pubblicando dati negativi.
Quindi oggi abbiamo anche le statistiche sovversive che non sono quelle della ex commissaria McEntarfer, sono quelle che Trump si accinge a riscrivere.
O tra l'altro, questa è una nota a margine ma non troppo perché comunque è rilevante da segnalare, la tendenza al calo del tasso di risposte dei sondaggi sull'economia non riguarda solo gli Stati Uniti.
Siamo a conoscenza, in modo eclatante, di problemi per Regno Unito, Australia e Canada, ma è verosimile che anche in Europa continentale e in Italia ci siano problemi di questo tipo.
Nel senso che non si risponde ai sondaggi, non è solo per diffidenza uno dice no io non rispondo ai sondaggi che stanto sono truccati.
Non è una diffidenza da questa crescente pan politicizzazione.
una diffidenza perché le persone sono assediate via mail e via telefono da tentativi di truffe di spam e quindi mandano le mail dei rilevatori statistici nella casella dello spam se già non ci finiscono del loro e non rispondono alle telefonate di numeri che non conoscono.
Quindi anche questa è una cosa assolutamente da tener presente perché sono cose devono essere assolutamente considerate quando si tratta di qualità delle rilevazioni.
Chiudiamo la pagina della trampeide con alcune così segnalazioni.
Intanto Trump ha nominato nuovo governatore della Fed, il presidente, il direttore, perdono, del suo Council of Economic Advisers, cioè Stephen Meehan, che io chiamo il dottor stranamore, è l'economista che praticamente giudica il dollaro un onere insostenibile per gli Stati Uniti, quello che ha realizzato questo paper per l'edge fund per cui lavorava, chiaramente un paper assolutamente telefonato a Trump della serie prendimi prendimi prendimi anche se lui aveva già collaborato nella prima amministrazione Trump, però Miran sarà in carica fino al 31 gennaio del 26 cioè fino a quella che sarebbe stata la scadenza fisiologica del mandato della governatrice Adriana Kluger che si è dimessa con decorrenza 8 agosto.
Nel frattempo, come ha dichiarato Trump medesimo, continua la ricerca del sostituto permanente.
Il sostituto permanente è quello che entra con un mandato di 14 anni, perché Adriana Kluger termina, anche se lei ha fatto solo due anni, uno slot che aveva un mandato di 14 anni.
In settimana Trump ha detto che i due Kevin, quindi Kevin Assett, Kevin Walsh sono sicuramente bravissimi, però è emersa l'idea che ha succedere a Powell, il quale Powell cessa dalla carica di presidente a maggio del prossimo anno ma il suo mandato alla Fed termina nel 2028 e lui non ha assolutamente detto che intende di mettersi nel 2026.
Christopher Waller, Chris Waller già nominato alla Fed da Trump medesimo nel suo primo giro alla Casa Bianca.
Ecco, Waller potrebbe diventare il prossimo chair della Federal Reserve, però vedremo perché da qui al 31 gennaio Trump cambierà idea più e più volte, magari potrebbe anche tenersi Miran, e voi ve lo immaginate Miran presidente della Fed?
Staremo a vedere, nel senso che i numeri in questo momento sono spavore del blocco trampiano.
Poi è chiaro che se la congiuntura americana dovesse peggiorare, dovessero perdere occupazione in maniera rilevante, saranno tutti gli altri governatori votanti della Fed che già a settembre decideranno per abbassare i tassi.
Tra l'altro il Senato deve ratificare la nomina di Miran, ma il Senato è in vacanza perché siamo ad agosto, Visto che la prossima riunione della Fed sarà intorno alla metà di settembre, dovranno fare abbastanza rapidamente la ratifica.
Sarà una ratifica a colpi di timbro, fermo restando che appunto i repubblicani sono in controllo anche del Senato, dovrebbero riuscire a far passare la candidatura di Miran, a maggior ragione perché anche qualche malpancista verrà rassicurato dal fatto che Miran resterà lì, Trump dixit, fino al 31 gennaio 2026.
Allora, parte finale della trasmissione, dirigiamo la prua verso le acque territoriali di Cialtronia per segnalarvi che questa settimana si è espressa sul PNRR, sul famoso, leggendario, famigerato PNRR, la Corte dei Conti che ha pubblicato la relazione sull'attuazione al primo semestre degli interventi del PNRR e del PNC che è il Piano Nazionale Complementare, quella cosa fantasma molto costosa che è stata aggiunta per una trentina di miliardi che non stavano nel PNRR.
esaminando a campione alcuni progetti e il loro stato di avanzamento e quindi è uscita per opera della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato la relazione semestrale che ci dice siamo sostanzialmente in linea con gli obiettivi pur in presenza di alcune criticità legate soprattutto a ritardi nelle opere più complesse come ad esempio le infrastrutture penitenziarie, la sicurezza sismica dei luoghi di culto e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali.
Secondo la Corte dei Conti le maggiori criticità risiedono appunto in ritardi nella rimodulazione degli interventi che in alcuni casi potrebbero condizionare il rispetto dei cronoprogrammi.
Ulteriori elementi di difficoltà permangono nella rendicontazione con dati disomogenei e richieste di pagamento frammentate, nelle carenze di personale pubblico nei settori chiave, nell'insufficiente monitoraggio finanziario, il che scusate se è poco, e nella scarsa tempestività di aggiornamento delle piattaforme digitali, in particolare la Regis che è lo strumento centrale per il controllo della spesa dei fondi del PNRR e dello stato di avanzamento dei lavori.
E fin qui direi che queste osservazioni della Corte dei Conti ci mettono nell'ambito del prevedibile e del previsto.
ma la Corte dei Conti chiude la relazione semestrale con un monito in cui ribadisce l'ovvio nascosto in piena vista a chiunque sappia far di conto e abbia un rapporto sano con la realtà e cioè, questa cosa ve la ripeto da tempo in memore, ogni investimento si porta dietro, traina un aumento di spese correnti Quindi cosa accadrà dopo il 2026 a lavori terminati?
Scrive la Corte dei Conti che la sua maggiore preoccupazione soprattutto presso i comuni è che alla fine del 2026 gli enti locali si trovino con opere per le quali non vi siano più risorse finanziarie e umane sufficienti per il loro funzionamento.
quindi necessario, prosegue la relazione della Corte dei Conti, un fermo richiamo sul tema della sostenibilità dei servizi, evidente criticità del PNRR nello stato attuale.
Ciò inoltre va collegato alla politica di bilancio che vorrà essere adottata dopo la scadenza del 2026 e che dovrà porre particolare attenzione al problema, quale problema?
Il problema della spesa corrente della maggiore spesa corrente indotta dagli investimenti del PNRR, soprattutto dove si scelga di ricorrere per contenere la spesa pubblica al famigerato sistema dei tagli lineari.
Cioè, traduciamo, cosa accadrà alle strutture fisiche ma anche ai servizi aggiuntivi in termini di prestazione di servizi amministrativi fisica e amministrativa, digitale, che sono state create come investimento se mancheranno i fondi per la loro manutenzione e il personale per il loro funzionamento, accadrà che avremo il progressivo abbandono non solo in senso fisico di quegli investimenti, anche in senso fisico anche l'ammaloramento progressivo, avremo una sorta di gigantesca Italia 90 sugli stadi, Allora nel quadro delle abituali ristrettezze di finanza pubblica bisognerà compiere delle scelte.
Questa cosa di compiere delle scelte è una circostanza che di solito causa veri e propri shock anafilattici alla politica non solo italiana.
Quindi o si trovano gli spazi per accomodare la maggiore spesa corrente che è fisiologicamente generata dagli investimenti del PNRR oppure si entra in un contesto a noi noto di razionamento di spesa.
Il razionamento di spesa può avvenire secondo priorità definite dalla politica riguardo a determinati capitoli e missioni di spesa oppure come paventato dalla Corte dei Conti con il famigerato sistema di tagli lineari.
Come sappiamo però il primo caso cioè la creazione di ordini di priorità nell'assegnazione di bilanci, dei fondi di bilancio, implica una programmazione strategica che assai difficilmente riesce ad affermarsi quando ogni voce di spesa preesistente viene vista dai suoi destinatari come un diritto acquisito.
Attenzione tra i suoi destinatari ci sono anche le strutture burocratiche pubbliche che gestiscono i budget.
Perché nessuno ama farsi cancellare il budget.
Perché il budget è una polizza sulla vita delle strutture burocratiche, non solo di quelle pubbliche, anche di quelle private, come chiunque lavori in un'azienda di dimensioni non piccole avrà sperimentato nella sua vita.
Ovviamente per reperire questa spesa corrente aggiuntiva legata agli investimenti del PNRR resta la via maestra o presunta tale di un aumento di entrate.
Un aumento di entrate che sarebbe letale vista l'attuale pressione fiscale.
Tutto questo per ribadire l'ovvio.
e cioè il PNRR, contrariamente alle manifestazioni di giubilo di chi ancora oggi si pavoneggia dicendo ho portato in Italia 200 miliardi manco fosse la coppa del mondo di calcio, ebbene questa spesa corrente rischia di essere un'autentica maledizione.
In un paese che è geneticamente incapace di programmare e di darsi priorità strategiche e recovery fund prodotto una invereconda e febbrile corsa contro il tempo per svuotare i cassetti e riesumare progetti che erano anche concettualmente obsoleti o decrepiti.
Quindi il rischio di medio-lungo termine con il PNRR è quello di essersi messi al collo bel pietrone.
poi verrà la fase dei rimborsi che sono inseriti nella cornice del bilancio ordinario settennale dell'Unione Europea per la quale ribadisco la mia previsione.
quel debito verrà rinnovato e quella lattina verrà calciata più in là perché altrimenti si sottrarrebbero drammaticamente risorse al bilancio comune della UE soprattutto in un momento in cui c'è una grande tensione per finanziare difesa e transizione tecnologica e c'è comunque sovranismo fiscale da parte dei paesi, tutti, nessuno escluso.
Infatti la Commissione UE ha già iniziato a lanciare dei ballon d'essai su come reperire le risorse necessarie ad espandere il bilancio e causato ululati di sdegno pavloviano nelle capitali frugali e spendacione.
Ad esempio l'ipotesi di imporre una tassa sul fatturato delle maggiori imprese.
Ora, in un momento come questo, che è fatto di una competizione tagliagola con gli americani che oramai dichiarano manifestamente che il loro obiettivo è quello di drenare aziende dal resto del mondo, soprattutto dall'Europa, e di portarsene negli Stati Uniti, annunciare una tassa sul fatturato delle grandi aziende sembra un picco di tafazzismo senza precedenti, però è ciò che accade, perché il vincolo contabile è figlio del vincolo di realtà.
Se l'Unione Europea non ha risorse proprie sufficienti per tutti i capitoli di spesa che si è data, o si smantella la costruzione del bilancio europeo con il rischio di far saltare il mercato unico e di togliere praticamente la chiave di volta di tutto l'edificio, oppure si cerca di introdurre nuove fonti di entrata e quando si cerca di introdurre nuove fonti di entrata può capitare che si suggeriscano metodi palesemente tafaziani come l'aumento della pressione fiscale del prelievo sulle grandi aziende che già restano in Europa a torto collo e con crescenti mal di pancia, però Una volta che noi abbiamo premesso questo, anziché dire colpa dell'Europa, l'Europa ottusa, l'Europa stupida, no, è colpa della costruzione così come è stata realizzata attraverso il consenso dei paesi partecipanti all'Unione.
Quindi è del tutto stucchevole e per me anche irritante ascoltare e leggere le nostre associazioni imprenditoriali che si scandalizzano per queste proposte di aumento di entrato.
È follia europea!
Magari queste stesse associazioni imprenditoriali al contempo sono beneficiarie degli appalti del PNRR.
C'è questo chianifottismo selettivo.
che per carità è una cosa estremamente umana.
Però nei limiti del possibile per evitare risvegli traumatici la coerenza dovrebbe fungere da limitatore dei giri delle nostre dichiarazie pubbliche e private.
Però per il momento portiamo a casa il concetto centrale di ogni bilancio e ve lo ripeto Ogni investimento porta con sé spesa corrente.
Non esiste un investimento senza spesa corrente adesso relativa.
Per questo il PNRR rischia di passare alla storia patria come l'episodio finale di autolesionismo quando ci si è fatti cogliere da questa assurda bulimia di ottenere e tirare il maggior importo possibile in un paese che è congenitamente incapace di programmare investimenti.
E ce ne vantiamo pure di avere ottenuto la maggiore somma possibile, la maggior parte della quale andrà restituita.
E fino a prova contraria, l'ultima volta che ho controllato l'Italia era ancora contributore netto al bilancio settennale dell'Unione Europea.
Vedi un po'.
E vedi un po' anche che, visto che in settimana è stata annunciata la fase finale, la fase finalmente finale, definitiva, ultima, basta, dopo di quella c'è solo la posa della prima pietra, giurin giurello, del ponte sullo stretto di Messina.
Il ministro delle infrastrutture e trasporti protempore Matteo Salvini ha detto che lui conta di vedere i primi mezzi sul ponte nel 2032-2033.
Poi naturalmente ci sono state tutte le cosine a contorno del tipo...
come lo possiamo chiamare chiamiamolo ponte Berlusconi?
No io Se permettete lo chiamerei Ponte Garibaldi.
Poi se qualcuno ha suggerimenti alternativi magari mettiamo una sorta di poll, una sorta di sondaggio e direte non prendetemi sempre alla lettera.
Io però lo chiamerei Ponte Garibaldi.
Allora questo ponte che ha un preventivo di 14 miliardi, a me viene da ridere perché poi alla fine li eviteranno, ammesso che si riesca a partire perché poi c'è tutta la fase degli espropri, c'è il comune di Villa San Giovanni che rischia praticamente di essere devastato, poi ci sarà sicuramente gli interventi della magistratura, questo è poco ma sicuro, sia di quella amministrativa che di quella ordinaria eccetera eccetera eccetera e quindi aspettiamo.
Però c'è una penale che è circa il 10 per cento del valore dell'opera quindi un miliardo e mezzo Siccome a intervalli regolari di circa 10, 12, 15 anni ci sono queste penali da pagare al consorzio, questa diventerebbe una sorta di rendita di penali a beneficio del consorzio e che sarebbe abbastanza come dire sarebbe anche ora di piantarla con questa cosa però vedremo sarà il capolavoro del genio del ponte unico più lungo del mondo, il ponte a campata unica resisterà a sismi di magnitudo 7.1 infatti come ha detto Salvini il quale evidentemente fa una terribile fatica a pensare prima di aprire la bocca se dovesse esserci un terremoto di quel tipo la costa sarebbe distrutta, gli abitanti sarebbero praticamente sterminati, però il ponte resterebbe in piedi.
Tu guarda se è il caso di andare a dichiarare in pubblico in questa forma e in questo modo un concetto del genere.
Vabbè, comunque vabbè, questi sono problemi di chi sta ad ascoltarlo.
Io resto dell'idea che questo manufatto non vedrà la luce.
Quello che è peggio è che partirà rischiamo di trovarci un mozzicone amputato con una valanga di contenzioso di cui si occuperanno altri che per quella data, come dire, io e molti di voi e quasi tutti voi saremo già stati assunti a più alti incarichi.
Poi visto che siamo oramai ad agosto e quando sarà scollinato Ferragosto la stagione turistica estiva in realtà vogliamo fare turismo 12 mesi l'anno, volgerà il termine.
Attenzione!
Ci sono già le prime evidenze aneddotiche, come dicono gli economisti, che la stagione non sta andando benissimo, c'è un calo delle presenze e quindi siamo già all'accorruomo, no?
In prima fila ovviamente ci sono gli imprenditori balneari, la punta, l'incompresa punta di diamante dell'imprenditoria italiana angariata da questa ubbia delle concessioni, delle gare, della concorrenza, che è sta schifezza della concorrenza rispetto a dei patrioti che fanno dei volontari, quindi si stanno già agitando dicendo che e insomma c'è il dollaro debole, non arrivano americani, gli italiani sono in ristrettezze eccetera eccetera.
Poi naturalmente le statistiche sull'aumento di cui vi parlo dei costi per chi va in spiaggia sono così aumentate ben oltre l'inflazione, ma non è un problema perché c'è gente che è convinta che pur di riuscire a mantenere la propria redditività il prezzo è una variabile indipendente dalle quantità domandate e questo vi spiega perché bisogna introdurre lo studio dell'economia dai primissimi cicli scolastici per evitare di avere in futuro degli imprenditori determinanti per il futuro del paese come sono i balneari che non riescono a capire che quando i prezzi aumentano la quantità si contrae.
a meno che non si tratti di beni di Giffen e qualcosa del genere.
Poi anche c'è attenzione abbiamo a Firenze meno presenze, abbiamo meno presenze ovunque e quindi io sono autenticamente turbato da questa notizia quindi che facciamo?
Ristorino?
Sostegnino?
Per la nostra vibrante imprenditoria?
Ecco a me viene in mente un altro concetto poi la finiamo qui che è un concetto abbastanza sgradevole, risale a quando al liceo facevo gli studi di scienze, mi piaceva moltissimo la biologia eccetera, e mi viene in mente questa cosa per associazioni di idee, non so perché, chiederò alla mia psicoterapeuta appena la rivedo.
Un bravo parassita deve fare in modo di mantenere in vita l'organismo che lo ospita, Bene, abbiamo terminato, vi ringrazio e rinnovo i ringraziamenti per l'aumento di ascolti malgrado la stagionalità, però proprio a causa della stagionalità facciamo una pausa agostana, ma vi ricordo che potete contribuire a questo podcast e al mio sito phastidio.net andando alla pagina phastidio.net slash donazioni, potete comunicarmi i vostri flussi di coscienza all'indirizzo editor at phastidio punto net noi ci risentiamo al fato piacendo sabato 30 agosto buona vita se potete.