Episode Transcript
Mario Seminerio: Benvenuti o bentornati a Phastidio Podcast, la settimana phastidiosa, il compendio delle notizie che hanno attirato la mia attenzione e che ho approfondito sia attraverso articoli sul mio sito phastidio.net che sui miei social.
Potete ascoltare questo podcast sulle principali piattaforme e sulle app di aggregazione del feed RSS.
Vi invito, se il podcast è di vostro gradimento, a mettere un congruo numero di stelline e iscrivervi cliccando sulla campanella o sul segno di spunta della piattaforma che utilizzate per ricevere notifica immediata di nuove puntate e favorire la diffusione del podcast.
I sostenitori su Spreaker e su YouTube possono ascoltare il podcast in anteprima e senza pubblicità.
Partiamo subito con Orange Mirror, la ex trampeide.
Questa settimana penso ci sarà relativamente meno da dire Però credo che la notizia che in realtà è una non notizia più rilevante della settimana sia il fatto che Donald Trump abbia praticamente confermato quello che tutti si attendevano, come era atteso del resto dai prediction market, non perché i prediction market siano infallibili ovviamente, ma la più che probabile nomina dell'economista, tra l'altro specialista in temi di politica fiscale Kevin Assett, attualmente alla guida del Consiglio Economico Nazionale, ebbene Assett dovrebbe succedere alla guida della Fed a Jerome Powell.
Questo per quanto mi riguarda è un non evento, però questo non vuol dire che non si debba cercare di prefigurare degli scenari.
Diciamo che in questo momento la Vox Populi è quella che vede Assad come un assoluto sicofante, cioè praticamente come un reggicoda di Trump, Hassett divenne famoso qualche anno fa perché pubblicò il famoso libro Dow 36.000 cioè che vedeva l'indice Dow Jones a quota 36.000.
Io personalmente quel libro non l'ho letto però nella successiva vita di Hassett l'ho sentito pronunciare delle assolute bestialità non tanto della cosiddetta scienza economica quanto di senso comune soprattutto è assolutamente allineato alle sciocchezze di Trump, quindi era fatale che potesse essere lui il candidato.
Tra quelli che ovviamente sparano a palle incatenate su una eventuale presidenza Hassett alla Fed, un elemento che potrebbe minare la credibilità della banca centrale degli Stati Uniti c'è da sempre Paul Krugman, tra l'altro rimarca come Hassett insista a riproporre i selling point della propaganda trampiana, ad esempio il costo delle uova e il costo della benzina.
Ora qui c'è da dire che il costo delle uova ha una volatilità particolarmente elevata che è determinata soprattutto da ricorrenti ondate di influenza aviaria.
Quindi non è chiaro esattamente quali siano i meriti della Casa Bianca.
Più divertente, ma altrettanto in off topic, è il tema del prezzo della benzina che però è un topos diciamo in tutti i governi in giro per il mondo, di tutti i governi, del tipo abbiamo fatto scendere la benzina scordando che i prezzi sono determinati sui mercati internazionali, che anche un grande produttore di idrocarburi come gli Stati Uniti alla fine può contribuire a spostare il mercato ma resta prevalentemente un price taker e non un price maker, ma soprattutto Hassett dichiara in pubblico senza alcuna vergogna che la benzina sarebbe a 2 dollari al gallone.
Nessuno ha visto mai la benzina, da quando è tornato Trump alla Casa Bianca, a 2 dollari al gallone, perché anche in questo momento la benzina continua a restare cuciutamente intorno ai 3 dollari al gallone.
Quindi, a parte l'utilizzo di indicatori dove l'azione della Casa Bianca e dell'esecutivo pesa poco e nulla, c'è questa ossessiva propaganda che nulla dice, tra l'altro, sui prezzi dell'elettricità.
Ma a quello pensa Trump, perché Trump dice i prezzi dell'elettricità stanno salendo a causa della truffa verde ecologista.
La realtà è un po' più complessa di così, però non starei qui ad analizzarla.
Allora visto che Hassett probabilmente arriverà a guidare la Fed con questa reputazione di ventriloquo di Trump, allora per un principio contrarian che io tendo a seguire quando valuto le situazioni e le persone potrebbe anche stupirci e potrebbe diventare un ferreo guardiano dell'ortodossia monetaria.
Anche in questo caso Non trattenete il respiro però alcune cose ce le possiamo chiedere, ad esempio cosa accadrà quando Hassett se e quando Kevin Hassett da Chair della Fed finirà in minoranza all'interno del Federal Open Market Committee?
Perché Contrariamente a quello che crede Trump, la Fed non è guidata dal Chair.
Il Chair è un primus inter pares che in astratto dovrebbe trovarsi in quella posizione per il prestigio intellettuale e professionale e quindi fungere da catalizzatore delle idee dei membri del Federal Open Market Committee.
Ma questo è un auspicio, una regola non scritta Quindi se alla guida della Fed arriva un cialtrone e un giullare della Presidenza, cosa accadrà se e quando costui si troverà in minoranza?
Quello è il punto.
Bisogna anche considerare che, come vi ho spiegato più volte, il Federal Open Market Committee è composto da 12 persone.
All'interno del Federal Open Market Committee c'è l'Executive Board, anzi perdon, il Board of Governors che è fatto da 5 governatori, 7 governatori scusate, 6 più quello della Fed di New York e poi a rotazione annua nel diritto di voto ci sono i presidenti delle FED regionali che tendono ad avere un orientamento di politica monetaria piuttosto hawkish, cioè non sono inclini ad allentare la politica monetaria.
I presidenti delle FED regionali ogni cinque anni devono ricevere il gradimento del Board of Governors, quindi se Trump riuscisse ad avere la maggioranza del Board of Governors attraverso tutta una serie di suoi pagliacci potrebbe teoricamente tentare di piegare il braccio dietro la schiena ai presidenti delle Fed regionali.
Ora vi faccio lo spoiler, è pressoché impossibile che ciò accada, non che Trump non ottenga la maggioranza del Board of Governors ma che Trump riesca a mettere sotto il proprio tallone le Fed regionali.
Quindi vedremo cosa succederà.
Per il momento, dovendo considerare un orizzonte temporale molto più ristretto, ma soprattutto un orizzonte temporale che è quello del prossimo 11 dicembre quando la Fed deciderà nell'ultimo meeting dell'anno i tassi.
Esiste in questo momento un consenso probabilisticamente espresso a valori molto alti che ci sarà un taglio di un quarto di punto però tutti i cosiddetti Fed Watcher, perché ci sono anche quelli, dicono, beh sì, il taglio del meeting del 10 e 11 dicembre è cosa fatta, cosa succederà da gennaio in avanti non è dato sapere, sono capaci tutti fare delle previsioni così.
Quindi la situazione è esiste nell'economia americana un apparente indebolimento del mercato del lavoro cui peraltro si contrappone una robusta profittabilità come si vede dai margini delle società quotate, questa rischia di essere una divaricazione socialmente molto problematica, cioè aziende che continuano a fare utili forse anche grazie all'impatto dell'intelligenza artificiale che progressivamente consente loro di ridurre gli organici in maniera anche non traumatica, è sufficiente il blocco parziale o totale del turnover, quello che in gergo nel mondo anglosassone si chiama attrition, cioè l'attrito delle fuoriuscite non rimpiazzate.
Però è chiaro che sul mercato del lavoro americano si sta creando una sostanziale staticità, pochi licenziamenti e poche assunzioni.
La marginalità, cioè la profittabilità delle società quotate, resta molto alta questa divaricazione può creare effettivamente problemi e può tradursi in orientamenti di voto.
Vi ricordo che a novembre del prossimo anno si vota per le elezioni di midterm, quindi questo sarà un banco di prova particolarmente interessante, ma è inutile portarsi troppo avanti perché novembre 2026 dista praticamente un'era geologica.
Non ritengo opportuno parlare degli sviluppi del cosiddetto negoziato sulla guerra di Ucraina perché si è detto tutto il contrario di tutto.
Putin tiene il punto e la posizione.
Contemporaneamente sta adescando Trump e i suoi cosiddetti negoziatori, quindi Steve Whitkoff e il genero di Trump Jared Kushner che sono praticamente dei faccendieri di alto bordo dice guardate facciamo la pace sblocchiamo anzi ordiniamo agli europei di sbloccare le riserve valutarie russe che sono quasi completamente bloccate nella depositaria belga e dopodiché noi ci mettiamo in affari e banchettiamo sul cadavere dello stato dell'Ucraina.
Quale Ucraina deve cedere il Donbass, inclusa quel 20 per cento di territorio di Donbass che l'esercito russo non ha ancora acquisito sul campo.
Una volta caduto il Donbass vene meno la cintura fortificata apprestata dall'esercito ucraino e quindi si entra nelle pianure che portano con grande rapidità a Kiev.
Perché dico questo?
Perché se effettivamente dovesse realizzarsi la richiesta di Putin ci sarà il terzo e definitivo assalto russo all'entità statuale ucraina che cesserà di essere tale.
Potrà essere tra un anno, tra tre, tra cinque, tra dieci, ma accadrà.
e d'altro canto in questo momento la situazione appare estremamente complessa perché, ripeto, Putin sta continuando ad adescare Trump titillandone sia questo desiderio semile e malato di vincere il premio Nobel per la pace sia la sua voracità affaristica che è sua e di tutti quelli che lo circondano, anche eventuali voci senzienti, teoricamente senzienti come quella del segretario di Stato Marco Rubio, a mio giudizio non sono destinate a prevalere stando così le cose.
Però ovviamente spero di sbagliarmi perché a differenza di altri io non sono il portatore della verità e quindi mi limito a formulare delle ipotesi.
Ora spostiamoci dagli Stati Uniti e spostiamoci verso verso l'Asia tenendo presente, tenendo sullo sfondo ancora una volta gli Stati Uniti ma anche la Cina, in questa puntata ci sarà una sezione dedicata alla Cina che appare piuttosto corposa, e parliamo di un paese di cui si parla e parliamo noi stessi molto poco, la Corea del Sud.
Ebbene, la Corea del Sud, che tra l'altro viene sempre considerata negli indici di mercato un paese emergente, per motivi che a me sfuggono, però non voglio parlarvi di questo.
In questo momento la Corea del Sud ha due grandi problemi.
un popolo di risparmiatori retail che è affetto da una vera e propria ludopatia finanziaria, questa è la cosa che io continuo a richiamare, no?
Attenzione a questa tendenza mondiale all'affermazione della ludopatia finanziaria che è partita con la gamification delle app di investimento e sta diventando altro.
E il secondo grande problema che hanno in questo momento i sudcoreani è trovare i soldi per pagare questi famosi 350 miliardi di dollari a Trump come investimenti negli Stati Uniti orchestrati da Trump, quelle che io chiamo le riparazioni di guerra commerciale.
Chi rischia di andare di mezzo è la moneta sudcoreana, il won, che in questo trimestre finora ha perso contro dollaro il 4%, da giugno ha perso l'8% ed è la peggiore valuta asiatica contro il biglietto verde.
La Banca Centrale della Corea del Sud attribuisce il depreciamento del Won all'aumento degli investimenti all'estero da parte dei residenti sudcoreani, soprattutto negli Stati Uniti, e alla vendita di portafogli o soprattutto di azioni sudcoreane da parte dei non residenti.
Ebbene, come questa settimana ha segnalato il Financial Times, gli investitori retail sudcoreani che sono noti come formiche, hanno effettuato acquisti netti di azioni statunitensi nel 2025 per 30 miliardi di dollari, quasi il triplo di quello che hanno effettuato nell'intero anno 2024 e secondo il sistema sudcoreano delle istituzioni depositarie a fine novembre il retail sudcoreano deteneva il record di 160 miliardi di dollari di azioni statunitensi che è il quadruplo rispetto a cinque anni fa.
Quindi continuano a investire sul mercato statunitense.
Il capo dell'agenzia di sorveglianza del mercato finanziario della Corea del Sud dichiarato che le autorità rivedranno le misure di protezione per gli investitori al dettaglio riguardo ai rischi valutari verificando ad esempio se gli intermediari finanziari spieghino correttamente ai consumatori risparmiatori in questo caso le questioni relative alla copertura dei rischi di cambio.
per il momento non è prevista alcuna misura per limitare in qualche modo questa impetuosa corrente di acquisti esteri.
Ma dalla tutela del risparmio alla tutela della stabilità finanziaria e monetaria il passo può essere veramente breve e quindi il governatore della Banca Centrale della Corea del Sud ha espresso questi timori e Si è detto dubbioso che i sudcoreani, soprattutto i giovani che scommettono pesantemente compulsivamente sulle azioni statunitensi, comprendano i rischi associati all'esposizione valutaria e abbiano una guida adeguata per gestire la volatilità dei cambi.
Ora, io ho il vago sospetto che lo sappiano perfettamente vista la situazione del loro paese, però posso sbagliarmi.
Punto più interessante diciamo dal punto di vista antropologico e sociologico è che il retail sudcoreano si muove come un gruppo di reddit agli steroidi nel senso che comprano di tutto, fanno un elevato uso della leva finanziaria, ad esempio gli etf a leva, quelli sui singoli nomi che moltiplicano per due o per tre a rialzo o a ribasso l'andamento delle quotazioni, scommettono forse natamente sulle meme stocks.
A ottobre ad esempio i sudcoreani si sono fiondati sull'azione Beyond Meat, non so forse la ricorderete, quella della carne plant-based, della carne vegetale che ne hanno fatto esplodere i volumi e i prezzi prima del successivo collasso o meglio del ritorno all'elettroencefalogramma piatto che ora caratterizza la quotazione dell'azione Beyond Meat dopo che i suoi sogni di gloria sono praticamente andati in fumo su un barbecue.
Allora, si stima che sul mercato azionario di Seul il peso del retail superi il 50% degli scambi giornalieri e qualche osservatore fa notare che il mercato azionario statunitense starebbe progressivamente diventando come quello sudcoreano, cioè un gruppo di indemoniati retail che tradano forsennatamente.
Vi faccio notare che in conseguenza della differenza di fuso orario ci sono una quantità incredibile di sudcoreani che perdono le notti a fare trading con tutto quello che ciò implica per quanto riguarda la loro vita diurna e anche la loro produttività almeno per quelli che lavorano e che non si sono messi in proprio a fare i day trader che è una definizione che è già diventata obsoleta.
Però quest'anno malgrado questi imponenti deflussi valutari la borsa di seoul è stata tra le migliori del pianeta ha guadagnato ad oggi circa il 68 per cento soprattutto grazie alla febbre dell'intelligenza artificiale che ha fatto esplodere le quotazioni soprattutto di samsung e di sk hynix che sono i due maggiori titoli dell'indice cospi Tra l'altro l'indice Cospi preso nella sua totalità stranamente a buon mercato ancora perché ha un rapporto prezzo utili, price earning, che è di poco meno di 16.
Quindi qualcuno potrebbe dire ma questo è un mercato value, aspetta che corriamo a comprarlo.
E anche questo inizialmente ha spinto gli acquisti dei non residenti che in parte hanno compensato i deflussi da parte dei residenti però.
Richiamo il fatto che c'è appunto questa interessante tesi sociologica e antropologica che non è limitata alla Corea del Sud, secondo la quale questa gamification, questa ludopatia finanziaria, sarebbe spinta dalla difficoltà a comprare casa per i più giovani e dalla crescente diseguaglianza.
Quindi messa in questi termini sembra l'evoluzione del gratta e vinci dei biglietti della lotteria di italica memoria.
cioè l'utopia finanziaria e si torna lì.
Con la differenza che la gente che scommette sui mercati è convinta di avere la ricetta e l'algoritmo cerebrale per arricchirsi, ma forse lo stesso pensano quelli che incettano gratta e vinci e biglietti della lotteria.
Quindi il governo di Seul è in allarme e in allerta.
Il ministro delle finanze La settimana scorsa ha promesso, forse minacciato, di stabilizzare il cambio del WON attraverso tutte le possibili opzioni, incluso l'uso del fondo pensione statale che è il terzo più grande del mondo, il che non promette benissimo.
E qui entra in gioco il trattato commerciale con gli Stati Uniti di Trump.
quello che io ho definito una riparazione di guerra commerciale, nel senso che per poter godere della tariffa privilegiata del 15% di Dazio su tutti i propri manufatti Soprattutto le auto ma anche farmaci e semiconduttori sudcoreani si sono impegnati a investire negli Stati Uniti la bellezza di 350 miliardi di dollari in settori strategici, in progetti decisi dalla Casa Bianca da deliberare entro il 2029.
Entro la fine del mandato di Donald Trump.
Stati Uniti e Corea del Sud hanno stabilito che nell'ambito di questo investimento Seul pagherà cash 200 miliardi di dollari in rate che saranno limitate a 20 miliardi di dollari l'anno.
Questo per mantenere la stabilità del cambio.
Che mi pare un po' difficile.
Poi i flussi di cassa derivanti da questi investimenti saranno equamente suddivisi fino a raggiungere e a recuperare l'esborso dei sudcoreani.
Quindi alla fine diventa una sorta di prestito dopo il quale diventa più assimilabile a un investimento azionario.
Però una volta recuperato l'importo allocato dai sudcoreani tutto il free cash flow che deriva da questi investimenti andrà al 90% agli Stati Uniti e al 10% alla Corea del Sud.
Questa è realmente una riparazione di guerra.
Quindi ci sono poi delle clausole di presunta salvaguardia, nel senso che i sudcoreani possono chiedere la revisione e gli Stati Uniti in buona fede possono prenderla in considerazione se, diciamo.
Gli esborsi attentano alla salute dell'economia sudcoreana.
Però se noi uniamo i puntini e arriviamo al cambio tra won e dollaro vediamo che La situazione è molto preoccupante perché la Corea del Sud ha un fondo di stabilizzazione valutaria che è finanziato con emissione di debito.
Quindi praticamente la Corea del Sud emette bond governativi soprattutto in dollari ma anche in yen ma anche in euro, quest'anno hanno fatto una maxiemissione in euro bond a giugno per 1,4 miliardi di euro e questi soldi se li portano a casa per gestire in maniera ordinata l'andamento del mercato dei cambi.
Naturalmente il dato di fatto è che se sul mercato dei cambi si afferma la tendenza che un paese ha seri problemi di decumulo delle proprie riserve valutari è perfettamente inutile e inane cercare di difendere il cambio comprando valuta e vendendo dollari o euro o yen.
Ma soprattutto io vi ribadisco prendete questi due numeri Corea del Sud deve pagare agli americani 350 miliardi di dollari di riparazioni di guerra commerciale, di cui 200 miliardi tendenzialmente in un decennio saranno sporsati cash, quindi andando a toccare il mercato valutario.
Voi sapete a quanto ammontano in questo momento le riserve valutarie della Corea del Sud, ve lo dico io, a 430 miliardi di dollari.
Quindi come vedete l'idea del fondo di stabilizzazione valutaria creato e mettendo ogni anno 3, 4, 5 miliardi di dollari di bond in valuta è ridicola rispetto agli importi che sono coinvolti.
Se a questo enorme rischio, un rischio di dissesto nazionale che passa dal cambio.
Sommiamo l'attività furiosa e patologica dei retail trader sudcoreani, si uniscono i puntini e si giunge alla conclusione che le autorità sudcoreane avranno enormi problemi nei prossimi anni.
Quindi, sempre unendo i puntini io mi chiedo, arriveremo a forme di limitazione dei deflussi in valuta per proteggere il cambio?
magari in nome della tutela dei risparmiatori i quali verrà detto non puoi comprare azioni americane più di x dollari x dove x è piccolo a piacere oppure gli americani adotteranno applicheranno delle tattiche cinesi cioè metteranno a disposizione di seoul delle linee di swap in dollari che sono dei veri e propri cappi perché potrebbero essere assistite da garanzie reali su beni della Corea del Sud.
Quindi lo vedremo, basta attendere, ma soprattutto, come vedete, è una situazione estremamente interessante, si fa per dire, ma che rischia di creare enormi sommovimenti che a mio giudizio potrebbero sopravvivere a Trump alla Casa Bianca, soprattutto se dovessimo avere dopo la presidenza Trump una presidenza di JD Vance oppure la presidenza di un democratico sia esso un liberale di antico conio oppure un democratico socialista che nella vita faccia anche soprattutto l'influencer suscitando gridolini soprattutto da parte della sinistra italiana.
Vedremo.
Visto che siamo nella penisola coreana parliamo della Cina.
La Cina ha un record, sta per spossessare gli Stati Uniti di un record storico, cioè l'entità del surplus commerciale più grande rispetto al Pil mondiale.
questo record appartiene agli Stati Uniti che alla fine degli anni 40 in piena ricostruzione post bellica erano la fabbrica del mondo e ora sta per passare di mano in questo Guinness dei primati e andare alla Cina.
Secondo una nota di ricerca di Goldman Sachs entro il 2029 la Cina potrebbe raggiungere un surplus delle partite correnti pari all'1% del PIL mondiale, il livello più alto mai registrato in una singola economia, togliendo il primato storico agli Stati Uniti della fine degli anni 40 del secolo scorso.
In questo primato c'entra sicuramente la spinta strategica cinese verso i settori di frontiera tecnologica, ma c'è anche altro che non ci si attenderebbe leggendo i libri di economia internazionale e cioè la Cina non intende mollare la presa nei settori a minor valore aggiunto, uno su tutti il tessile.
E persegue questa strategia di autosufficienza portata all'estremo che rischia di danneggiare su tutto lo spettro del valore aggiunto soprattutto i paesi più poveri, i paesi del cosiddetto sud globale di cui Pechino ama dichiararsi protettrice.
Infatti secondo l'analisi di un economista di Bloomberg Economics la traiettoria industriale della Cina diverge dal modello classico.
Il modello classico prevede una progressiva risalita dalle produzioni a basso valore aggiunto verso quelle a maggior valore aggiunto.
Invece la Cina, invece di allontanarsi dai settori a basso valore aggiunto, sta mantenendo il suo dominio globale in aree come il tessile mentre simultaneamente progredisce in settori ad alto valore aggiunto come veicoli elettrici e l'information technology in senso lato.
Quest'anno le importazioni cinesi saranno inferiori in valore a quelle del 2021 mentre per lo stesso periodo di tempo 21-25 le importazioni statunitensi segnano una crescita del 27%.
Quindi è stato pubblicato uno studio di due economisti, uno della Johns Hopkins University e uno del Peterson Institute for International Economics.
Hanno pubblicato sul Project Syndicate uno studio che mostra che la forza lavoro cinese è diminuita nel corso del tempo ma la quota cinese di mercato globale per esportazioni a basso contenuto di skills non è diminuita proporzionalmente.
differenza tra queste due grandezze è aumentata nel corso degli anni anche se i salari cinesi sono aumentati il che teoricamente avrebbe dovuto intaccare la competitività cinese e favorire uno spostamento ben più massiccio di produzioni a minor valore aggiunto verso i paesi più poveri.
Non è accaduto tutto ciò.
perché non è accaduto, in che modo non è accaduto, o attraverso la compressione dei margini di profitto nei settori a minor valore aggiunto, cioè dumping.
Il dumping serve per sacrificare i profitti nel breve termine avendo tempo di insediarsi.
Di conquistare quote di mercato nei paesi destinatari delle proprie esportazioni uccidendo l'industria locale di quei paesi.
Una volta che è stata uccisa l'industria locale di quei paesi E una volta che si è divenuti padroni del campo, magari dando il contentino alle autorità locali di insediare una qualche fabbrichina, qualche impianto cacciavite di assemblaggio, si è padroni del campo e si possono gestire i prezzi recuperando i margini di profitto che sono stati sacrificati durante il periodo del dumping.
Una lettura alternativa è che appunto la Cina sta estensivamente usando l'automazione e quindi sostituisce la propria manodopera più costosa con i robot.
Però il risultato finale è che la Cina non intende cedere quote di mercato nei settori a minor valore aggiunto, preferisce usare strumenti distorsivi del commercio come il dumping e il cambio sottovalutato.
quindi questo inchioda i paesi più poveri che stanno disperatamente tentando di risalire la scala dello sviluppo e del valore aggiunto.
Non si tratti di ipotesi esclusivamente accademiche, si coglie anche dall'ultimo piano quinquennale del partito comunista cinese suggerisce di mantenere la produzione di beni a minor valore aggiunto assieme ai cosiddetti beni che stanno sulla frontiera tecnologica.
Di conseguenza il modello economico cinese punta sull'export sull'intero spettro o quasi di valore aggiunto.
Se questo per alcuni aspetti è positivo perché ad esempio genera pressione a ribasso sui prezzi globali.
La Cina esporta deflazione, ce lo diciamo da sempre.
Esporta deflazione perché ha un eccesso di capacità produttiva interna che non ritiene di riassorbire stimolando la domanda interna, ad esempio creando una forte rete di welfare.
Però il risultato finale è questa forma di mercantilismo spinto Adam Smith definiva beggar the neighbor.
Quindi impoverisci letteralmente il tuo vicino.
E bisogna ricordare che le previsioni pluriennali di crescita per l'economia cinese continuano a basarsi sul contributo decisivo delle esportazioni perché altrimenti col cavolo riuscirebbero a raggiungere il feticcio una crescita del PIL del 5% annuo, prescindendo per il momento da taroccamenti di quei dati.
Su tutto, come vi ho detto e come sappiamo, persiste la debolezza della domanda interna cinese che impedisce di assorbire l'eccesso di produzione.
L'ultimo dato sulle vendite al dettaglio cinesi mostra il quinto rallentamento mensile consecutivo la stringa peggiore dal 2021 quando terminarono gli effetti del rimbalzo post covid.
A questo punto la Cina deve decidere cosa vuol fare da grande o da vecchia visto che la Cina è un paese demograficamente nei guai con quanto e più di noi.
Però lo deve confermare o modificare la propria direzione con i fatti non solo con gli enunciati.
Cioè proseguire questa strategia di autosufficienza estrema.
Porta alcuni osservatori a concludere che Pechino non ha alcuna intenzione di commerciare col resto del mondo, secondo il desueto canone ricardiano del vantaggio comparato, ma l'unico obiettivo della Cina è quello di vendere al pianeta e usare questa leva come proiezione di potenza e strumento di dominazione geopolitica.
Nulla che vale la mia inutile opinione, questa secondo me non è una strategia sostenibile nel medio termine, però nel breve termine è la garanzia assoluta di crescenti tensioni globali.
E tra l'altro parlando sempre di Cina, la Cina come vi dicevo ha questo problema demografico.
Questa settimana è uscita la notizia che.
Mettendo mano alle leggi fiscali che determinano le aliquote delle imposte indirette e invertendo misure prese trent'anni addietro quando le condizioni demografiche erano opposte, la Cina si accinge credo dal primo gennaio a reintrodurre l'IVA sui farmaci contraccettivi e sui preservativi.
Era zero, sale al 13%, contemporaneamente l'IVA viene azzerata sui nidi e sui kindergarten.
A me viene da dire che l'effetto immediato di questa decisione sarà un aumento delle spese sanitarie per trattare le infezioni da HIV che pur è in crescita.
Però la Cina ha una crescente disperazione demografica, sta cercando di introdurre una serie di policy pronataliste, quindi da erogazioni in denaro per i servizi di cura dei bambini, l'aumento della licenza di paternità e maternità, dei congedi di paternità e maternità.
Addirittura hanno annunciato delle linee guida per ridurre il numero di aborti che non vengono considerati strettamente necessari dal punto di vista medico e tutto questo è in forte contrasto con i controlli coercitivi sulla riproduzione dell'era del figlio unico.
L'era del figlio unico iniziò nel 1980 In quell'era gli aborti e le sterilizzazioni venivano aggressivamente spinti e attuati.
Tra l'altro c'è anche, ricorderete probabilmente, la mostruosità degli aborti selettivi, pur essendo formalmente vietati dalle leggi cinesi, i cinesi all'interno della politica del figlio unico preferivano avere dei maschi anziché delle femmine e infatti il rapporto alla nascita tra maschi e femmine che oscilla tra il 49 e il 51 per cento era addirittura in certi periodi a livello assolutamente aberrante di 60-40 il che vuol dire con una complessa inferenza che venivano praticati degli aborti selettivi e ora stanno cercando di invertire la rotta e non sarà per niente facile invertire la rotta perché nella società cinese è comunque radicata questa dimensione che è non accetta di farsi imporre delle politiche natalistiche o nataliste e quindi anche questo sarà un altro elemento poi naturalmente loro cercheranno di supplire al progressivo invecchiamento e riduzione della popolazione spingendo ancora di più gli ausili dell'automazione Aveva iniziato come forse ricorderete a livello di aneddotica il Giappone con i famosi esoscheletri per i metalmeccanici anziani e probabilmente la Cina farà di più e di meglio.
Poi naturalmente mentre la popolazione sparisce si usano i robot umanoidi e non umanoidi, anche ci sono dei robot carrelli che stanno venendo modificati ultimamente prendendo sembianze umanoidi, ad esempio in Corea del Sud, che servono nei ristoranti, perché manca personale.
Però, a parte questi aspetti futuribili ma non troppo che secondo me sono già qui.
Continuiamo a parlare di Cina su una dimensione più prettamente economica e questo ci permetterà di entrare su altri discorsi.
Intanto il costruttore cinese di auto elettriche BYD che è presente in Giappone da soli due anni ha deciso di entrare massicciamente nel mercato giapponese offrendo auto puramente elettriche ma soprattutto dei plug-in hybrid a prezzi nettamente inferiori a quelli della concorrenza.
quindi vedremo anche qui come andrà a finire considerando le nuove rinnovate tensioni geopolitiche tra Giappone e Cina che sono state alimentate dalle dichiarazioni della premier giapponese Sanae Takahashi che resta comunque una ultranazionalista e questo chiaramente a Pechino non piace.
Poi parlando sempre di auto cinesi o che per meglio dire arrivano dalla Cina, sta continuando a compiersi il percorso che vi segnalo da un paio d'anni e cioè quello delle auto europee, di costruttori europei prodotte in Cina che verranno riesportate verso l'Europa.
Si svuoteranno progressivamente le capacità manifatturiere delle aziende, dei costruttori europei si chiuderanno gli impianti sul suolo europeo e i costruttori europei e segnatamente tedeschi cominceranno a esportare in Europa le loro auto prodotte in Cina, legando le mani dietro la schiena al governo tedesco e alla Commissione europea rispetto a qualsivoglia ipotesi protezionistica, perché è di questa settimana la notizia rilevantissima l'Unione Europea, la Commissione Europea, ha deciso di rivedere i dazi sulla importazione di auto elettriche prodotte in Cina dal gruppo Volkswagen, su richiesta del brand Seat Cupra.
Attualmente il dazio per queste vetture.
Importate in Europa dalla Cina è pari al 20,7% ebbene Seat Cupra, cioè il gruppo Volkswagen, ha chiesto alla Commissione di introdurre un sistema di quote che per definizione sono esenti da Dazi e delle limitazioni di prezzo, l'imposizione di prezzo minimo.
In questa maniera, visto che i costruttori tedeschi, ve ne parlavo la settimana scorsa e due settimane fa, non riescono a tenere il passo della quota di mercato cinese rispetto agli incumbent cinesi, primo tra tutti BYD, ma visto che la Cina è il secondo mercato dei costruttori tedeschi e lì fanno ancora ampia parte dei loro profitti, una parte crescente rispetto a quelli prodotti in Europa, aumenterà il flusso delle vetture di costruttori tedeschi prodotte in Cina.
Non saranno solo le elettriche o le plug in hybrid.
Secondo me prima o poi arriveranno anche a produrre in Cina le auto con i motori a combustione interna per la grande gioia dei nostri politici ottusi, stupidi e in malafede che diranno evviva evviva abbiamo salvato il motore a combustione interna in Europa.
Sì, lo importeremo dalla Cina.
Il che vuol dire che i costruttori tedeschi, come vi dicevo la settimana scorsa, fanno un'azione di lobbying furibonda nei confronti del loro governo, il loro governo diventa sempre più timido nel chiedere azioni protezionistiche, e arrivano le auto tedesche costruite in Cina, in Europa, che progressivamente porteranno alla chiusura degli impianti.
Questo è il percorso.
I tedeschi stanno completando l'assassinio dell'automotive europea e il governo tedesco non ci può fare niente per motivi di lobbying.
Poi visto che stiamo parlando del miserando stato dell'automotive in Europa questa settimana è uscita la notizia che secondo stime sindacali basate Su una presentazione del business plan aziendale in Francia la produzione di Stellantis è prevista in calo dell'11% tra il 2025 e il 2028.
E' molto incerto il destino dell'impianto di Poissy che è un impianto che esiste dagli anni 30 del secolo scorso che attualmente occupa ancora 2.000 persone, potrebbe essere riconvertito in un sito di lavorazione e riciclo di metalli per i quali Stellantis ha promesso 209 assunzioni.
Qui entrano le considerazioni fatte dal CEO di Stellantis, l'italiano Antonio Filosa, che il mese scorso in un colloquio con il Financial Times ha detto Il complessivo mercato europeo dell'auto ha perso 3 milioni di vetture dal pre-covid quindi dal 2019 ad oggi e questo è l'equivalente della perdita di 10 fabbriche.
Non possiamo permetterci di perdere altri 3 milioni di auto però Temo che questo è quello che stia accadendo anche in conseguenza di questo flusso, di questa inversione dei flussi che sempre più porterà vetture tedesche, di marche tedesche, in Europa.
Allora, piccola considerazione a margine prima di chiudere questo doloroso capitolo dell'agonizzante automotive europea.
Parliamo proprio di Stellantis.
A cosa serve, vista la situazione che vi ho appena descritto, avere un governo nazionale come azionista di un costruttore automobilistico?
La risposta breve è che non serve a nulla, ma proprio a nulla.
Quindi come vedete tutte le polemiche, soprattutto a casa nostra, del tipo se il governo italiano avesse preso una quota in Stellantis noi non ci troveremmo in questo momento con la progressiva dissolvenza di Stellantis dagli impianti produttivi italiani a posteriori si sono rivelate una pura fallacia.
Parliamo abbastanza rapidamente del tema del bitcoin e delle criptovalute.
Avete visto questo questo crollo di circa il 30 per cento che però non è inedito nella vita ancora relativamente breve del bitcoin.
Perdere il 30 per cento è una cosa che fa parte della storia del bitcoin stesso però io ho letto siccome c'è sempre questa esigenza di capire di razionalizzare di dire perché è accaduto che questa è molto umana no?
La razionalizzazione come l'intendenza napoleonica seguirà.
Secondo qualcuno gli ultimi crolli del bitcoin sarebbero una conseguenza che viene dal Giappone cioè dal venire meno del carry trade sullo yen.
Carry trade sapete quando ci si indebita in una valuta a basso rendimento.
Si investe in ricavato in mercati a più elevato rendimento.
Nell'agosto 2024 ci fu un pesante sell off delle attività finanziarie e si disse è la morte del carry trade finanziato in yen adesso qualcuno sta cercando di incasellare l'ultimo sell off del bitcoin che peraltro è riconducibile a questa struttura di leva con il derivato cosiddetto perpetuo che è una giostra infernale ma è parte integrante della ludopatia finanziaria che sta avvolgendo il pianeta.
Qualcuno pensa che l'ultimo sell off del bitcoin sia da imputare alla morte del carry trade giapponese.
Io sono convinto che sia molto più probabile che che a questo sell-off abbiano concorso le tensioni che ci sono sul mercato monetario degli Stati Uniti.
Il che conferma una e una sola cosa che vi dico da sempre che il bitcoin è molto banalmente il sottoprodotto della liquidità in eccesso generata dalle banche centrali.
Oltre a essere proprio per questo motivo un eccellente strumento speculativo funzionale, strumentale e organico al processo di ludopatia finanziaria che sta avvolgendo il pianeta.
Ma visto che parliamo appunto di liquidità in eccesso generata dalle banche centrali, ora che la Fed ha terminato il suo quantitative tightening che addirittura presto potrebbe fare nuovamente lievitare il suo bilancio perché ci sono tensioni nel mercato monetario questo potrebbe deporre favorevolmente per il bitcoin potrebbe innescare una nuova importante gamba rialzista del bitcoin questo non è un consiglio di investimento, questa è una banale e forse anche fallace inferenza del sottoscritto ma mai un consiglio di investimento.
Ma se dovesse accadere, cioè se dovesse tornare un eccesso di liquidità a gonfiare le vele del bitcoin, allora in quel momento voi leggerete, sentirete.
Cocoriti del bitcoin che torneranno a gracchiare contro il debasement della moneta e quindi ci sarà anche qualche rivoluzionario libertario italiano dell'argentario che vi dirà che appunto si sta lottando contro il debasement delle banche centrali.
Naturalmente sempre opportuno fare disclosure sui propri interessi e sui propri investimenti perché quella è la parte più interessante e quella che dà trasparenza alla interlocuzione su un determinato tema.
Poi naturalmente all'interno dell'interpretazione di questo andamento del bitcoin c'è il vastissimo genere cospirazionista che viene fertilizzato, c'è un account su X che è fantastico, perché praticamente ha stato JP Morgan.
Questo l'attacco a Strategy di Michael Saylor frutto praticamente di un complottone di JP Morgan che vuole buttare fuori mercato il povero visionario Michael Saylor e impossessarsi della sua ricetta segreta.
Nel frattempo MicroStrategy, visto che ripeto viviamo in un'epoca dove malgrado tutto il tempo continua ad essere galantuomo, questa settimana il cosiddetto MNAV cioè il multiplo sul net asset value del valore della capitalizzazione di Strategy sia avvicinato all'unità cioè praticamente al valore del sottostante cioè bitcoin e cosa ha annunciato il buon Michael Saylor?
Ha annunciato che con una delle ultime emissioni di azioni da parte di Strategy che emette azioni nuove a rubinetto cioè alla bisogna.
Stati accantonati 1,4 miliardi di dollari per pagare dividendi per i prossimi 20-24 mesi il che permettetelo questa è una meravigliosa sublime e ironica nemesi il signore delle cripto che raccoglie moneta fiat per pagare dividendi non meno fiat.
Poi come simulazioni se il bitcoin dovesse restare a 85 mila dollari la perdita attesa per Strategy è di ben 5 miliardi e mezzo di dollari.
E naturalmente c'è qualche criptofesso che insiste a dire che è colpa di JP Morgan e della grande finanza.
qualche altro interessato personaggio che vi dice ce l'hanno tutti con le cripto perché le cripto sono la libertà sono la rivolta dei poveri, compresi quelli che nel frattempo hanno fatto i miliardi, contro il potere della finanza che noi denunciamo da anni, pur essendo felicemente incistati in quel meccanismo di finanza, avendo fatto un sacco di soldi con quel meccanismo della finanza, però siamo e restiamo dei rivoluzionari.
Con il Rolex.
Dunque, di che cosa possiamo parlare?
Vabbè, ultima nota.
La settimana scorsa vi ho parlato del downgrade alla qualità degli attivi dello Stablecoin Tether attuata da Standard & Poor's Global.
Tether ha reagito con sdegno sprezzo dicendo che praticamente gli analisti di S&P non capiscono nulla quindi sbagliano candeggio ma soprattutto c'è stato questo codazzo di interessati corifei che ha fatto presente che siccome Tether è una impressionante macchina da soldi cioè continua a generare capitale in eccesso equity e grazie al piffero.
Se tu trovi gente che ti dà i dollari, tu prendi questi dollari, li investi in treasury, ti tieni l'interesse, e chi invece ha convertito quei dollari in stable coin non prende nulla, però entra nel meraviglioso mondo del cripto, è ovvio che tu ti organizzi questo meraviglioso giochino diventi miliardario di equity.
Allora se dovesse succedere qualcosa di storto, è l'inferenza sottostante, potremo sempre, potrete sempre contare sulla kindness of Tether cioè nel senso che i proprietari prenderanno generosamente una parte del loro equity e la metteranno a disposizione di chi di tutti i libertari che in quel caso colti dal panico chiederanno di tornare in possesso dei loro dollarazzi quindi non servono agenzie di rating e analisti esterni basta la kindness of Tether.
Ora rotta verso le acque territoriali di Cialtronia, perché questa settimana è uscito un articolo sul Sole 24 Ore.
Firmato dal bravo Gianni Trovati, che è una lettura che io vi consiglio così nessuno potrà dire io faccio del neocolonquismo contro la stampa, come vi dico da tempo, per me il giornalismo è come la responsabilità penale, è personale, cioè il sistema può essere malato, i singoli vanno analizzati, ovviamente i singoli si muovono all'interno di una serie di vincoli, perché non è che possono fare quel cavolo che vogliono, possono contribuire con la loro serietà e la loro conoscenza a farsi leggere.
Cioè si può leggere una testata che affianca delle firme ridicole ad altre che sono serie, documentate e producono conoscenza.
Il giornalismo è come la responsabilità penale e personale.
Allora Chiuso l'inciso interpretativo, l'articolo di Gianni Trovati ha scavato nelle statistiche della Commissione europea e ha rielaborato queste statistiche attorno a quattro indicatori economici e demografici dell'Eurozona.
Per il periodo 2015-2025, cioè popolazione, produttività pil complessivo e pil pro capite, scoprendo che in questo decennio, poco più che decennio, l'Italia ha perso il 2,4% di popolazione residente pari a 1,8 milioni di persone, cioè la somma di Milano e Bologna.
Nel frattempo la popolazione media dell'eurozona cresceva del 3,1%.
In particolare Spagna, e lo sappiamo, più 6,2%, Francia più 4,1%, Germania più 3,5%.
Il secondo indicatore è la produttività del lavoro.
La produttività del lavoro, contrariamente al modo in cui è intesa nel dissestato mainstream culturale italiano, non è il bieco sfruttamento degli esseri umani e la ipercottimizzazione.
La produttività del lavoro è il terminale della produttività del capitale e della produttività totale dei fattori, cioè del sistema paese.
Ebbene in questo decennio produttività totale italiana del lavoro è cresciuta di un ridicolo 0,7%, quella dell'eurozona più 3,6.
Quindi, come ha scritto nel suo articolo, trovati in Italia un bacino di popolazione che si restringe è impegnato in un ventaglio di attività che mediamente stanno perdendo il treno dell'evoluzione produttiva vissuta dagli altri paesi sviluppati grazie all'innovazione tecnologica e alla specializzazione in settori a maggior valore aggiunto.
Ed è, diciamo, il combinato disposto di questo inverno demografico e di questa improduttività italiana che si produce.
La crescita del tasso di occupazione come conseguenza prevalente degli effetti della riforma Fornero e siccome l'aumento della popolazione occupata contribuisce alla crescita del Pil complessivo.
Malgrado tutto, malgrado questo andamento drammatico della produttività italiana, in questo decennio il PIL complessivo italiano è cresciuto dell'11,6 per cento contro la media dell'eurozona, quella che io chiamo l'euro pollo di Trilussa, che ha fatto più 17,3.
Peggio di noi, hanno fatto solo Germania e Finlandia, molto meglio ha fatto la Spagna che nel periodo fa segnare un più 26,8 per cento di PIL complessivo.
Perché vi parlo della Spagna?
Perché come sapete La Spagna è interessata da una forte immigrazione e malgrado ciò le istituzioni economiche internazionali continuano a raccomandare a Madrid di accrescere la produttività.
Però la produttività spagnola in questo periodo è aumentata dell'1,7% contro lo 0,7% italiano.
Allora per riallineare la crescita demografica e quella economica prendiamo la variazione del Pil Procapite, questo indicatore sottovalutato ma in realtà fondamentale.
Ebbene, in questo decennio il Pil Procapite italiano cresce del 14,3 per cento, quindi meglio della crescita del Pil complessivo, cresce più del Pil Pro Capite di Francia e Germania che sono i due principali malati del cronicario Europa.
Il Pil Pro Capite spagnolo però cresce del 19,1% quindi ha comunque fatto meglio di quello italiano malgrado il forte aumento di popolazione residente in Spagna.
Quindi possiamo inferire che la tesi di quelli che dicono la crescita spagnola è drogata da una demografia squilibrata è una pura fallaggia.
Di quello ho parlato la settimana scorsa.
Quindi ma è inutile andare a prendersi cesti di ciliegie e dire che la Spagna cresce perché è drogata da spesa pubblica e da immigrazione, perché i numeri non lo confermano.
E' una sciocchezza, mi verrebbe un'altra ben più pregnante definizione quella la lascio alla vostra fantasia.
Però è bello sapere che sul sole potete trovare i commenti di gente come Gianni Trovati e non solo gli editoriali di gente dedita a raccogliere ciliegie.
Uno potrebbe dire bene questo vuol dire che c'è un pluralismo delle idee però io credo temo che si tratti di un pluralismo che è strettamente imparentato con quello che spinge i nostri anchor anchor al collo dei teatrini televisivi a dare par condicio al terrapiattismo sono quelli che la realtà alternativa è la nostra passione però.
Attenzione.
Visto che stiamo parlando di dati pro capite, parliamo di debito pubblico pro capite, perché oltre che nel PIT il denominatore si riduce anche nel debito pubblico e quindi scopriamo che nel 2015 ogni italiano aveva 35.800 euro di debito sul gruppone, oggi.
Ne ha 52.000.
Cioè il 45,2% in più a fronte di uno stock totale di debito che è cresciuto del 42.
Quindi anche qui con una assai poco complessa inferenza il debito procapite sta crescendo più velocemente di quello complessivo.
Il che vuol dire che per gli italiani, almeno per quelli che rimangono in questo paese, quindi quelli che non emigrano e quelli che non emigrano diciamo in un'altra dimensione, il percorso porta fatalmente.
A una compensazione tra ricchezza privata inclusi i ruderi ereditati e debito pubblico, cioè a una patrimoniale.
E ancora una volta mi spiace dirvi che i bonus bebè non servono a nulla, ma non lo dico io, lo dicono le evidenze.
Tra l'altro.
Parlando di ciliegie.
Questa settimana è uscito un nuovo commento di Marco Pangloss Fortis, io spero che poi questi escano in un libro tutti questi commenti perché vi garantisco che lo reperisco.
Che dice dal 19 al 24 il valore aggiunto complessivo in Spagna è cresciuto in termini reali dell'8% in Italia del 6,6 ma attenzione senza turismo istruzione e sanità la crescita del valore aggiunto spagnolo scende al 5,9 l'italia la supera con il 6,3 quindi la spagna sembra un fenomeno ma non è un fenomeno poi possiamo sempre dire a parità di spesa pubblica eccetera eccetera allora senza ciliegie non possiamo stare Scorporate fratres!
Al netto della crescita la Spagna non cresce!
Questa è la razio di questi editoriali, ripeto, che bisogna collezionare.
Poi visto che stiamo parlando di battaglia delle idee.
Sempre per questa sottorubrica dell'angolo di Cialtronia, chiamalo angolo, questa sottorubrica di Cialtronia si chiama dimmi che stampa hai e ti dirò quanto male stai questa settimana il Corriere della Sera nel suo ruolo istituzionale di grande contenitore dei tic delle ossessioni di questo paese ha ritenuto di intervistare.
Professor Tremonti sulla vicenda della famiglia della casa nel bosco.
Professor Tremonti come giudica la decisione di queste persone di vivere insieme ai figli in un luogo isolato e scarsamente civilizzato?
La risposta di Tremonti è stata...
non vi faccio la riproduzione perché stata sicuramente una scelta tra vita arcaica premoderna e una vita postmoderna come è per esempio nel delivio delle attuali vegole europee.
Porca troia porca puttana!
Quindi ancora una volta è colpa dell'Europa.
Quindi noi aspettiamo fiduciosi la prossima imprescindibile intervista del Corriere della Sera al professor Tremonti che ci svelerà tutte le responsabilità di Mario Draghi nella persecuzione della famiglia della casa nel bosco.
Dimmi che stampa hai e ti dirò quanto male stai.
Stai malissimo!
Stai talmente male che questa settimana, pensate, persino una persona equilibrata.
Competente, come Ferruccio De Bortoli, intervistato dall'House Organ per gli amici Lecco di Mosca, è riuscito a dire bisogna multare chi non vota più Ora io non so, magari De Bortoli stava scherzando, stava trollando l'intervistatore.
Però bisogna multare chi non vota più.
Se questo è una forma di umorismo vi confesso che me la sono persa.
Però questa rischia di essere comunque assimilata al concetto.
Dimmi che stampai e ti dirò quanto male stai soprattutto quando esponenti della nostra stampa si improvvisano policy maker e suggeriscono le multe per chi non va a votare.
Voi pensate qual è il passo successivo?
Ma la cosa più deprimente che io ho letto commenti sui social che dicono beh però non sembra una cattiva idea.
Ecco è quello, è quello.
Il problema non è leggere di debortoli che dice che bisogna multare chi non va a votare, il problema, la tragedia di questo paese è leggere sui social gente che dice però non mi sembra una cattiva idea.
Poi è continuata la schleineide.
Voi sapete no?
Elly Schlein è andata ospite, non ho capito se ospite, ospitava, ospitante, ospitata del cartellone correntizio de sinistra del Partito Democratico.
A Montepulciano tutte le cronache giornalistiche che ho letto erano centrate sul fatto che si gelava.
Ma penso anche dal punto di vista politico oltre che ambientale.
Quindi io non ho ben capito, noi siamo un partito plurale, non siamo una caserma, però pare che a metà dicembre con una elegante torsione allo statuto del Partito Democratico Schlein verrà incoronata.
Da subito portiamoci avanti candidata a Palazzo Chigi.
Perché?
Perché questo cartello di correnti gelide, viste le cronache diciamo che si batteva i denti, hanno deciso di proteggere la segretaria ottenendone in cambio con una complessa inferenza che al momento in cui verranno scritte le liste elettorali loro saranno sovrarrappresentati e gli odiati riformisti saranno schiacciati.
In cambio Il cartello correntizio del Partito Democratico si impegna a non uscirsene con frasi del tipo Giuseppe Conte è il fortissimo punto di riferimento dei progressisti, il Partito Democratico ha un solo nome come candidato premier.
Questo accadrà dopo che Schlein avrà scritto le liste elettorali e costoro si saranno messi in cassaforte le candidature.
Guardate che non serve essere dei rocket scientist per arrivare a questa conclusione e per capire come andrà a finire.
Andrà a finire malissimo per Ellischlein ma ancora peggio per quel grumo chiamato partito democratico che è un grumo di equivoci che non si riesce a sciogliere per motivi puramente di potere.
Però Schlein si è portata avanti, trasportata dalle correnti verso il Gorgo.
Vi ricordo che questa è la stessa personcina che diceva dobbiamo combattere il correntismo, adesso non siamo una caserma, dobbiamo combattere i cacicchi grazie Enzo De Luca, Vincenzo De Luca per avere partecipato all'elezione dello specialista di canzone neomelodica napoletana che non aveva i voti a governatore della Regione Campania in cambio il tuo erede diventa segretario del Partito Democratico della Regione Campania monocandidato e basta con questi cacicchi basta scolleghiamo i cacicchi dal prezzo del gas.
Ecco poi questa settimana diciamo poco da aggiungere sulla vicenda Mps Mediobanca, se volete i miei due centesimi finirà in nulla perché è stata come dire azionata in ritardo, non voglio parlare di giustizia orologeria.
Poi naturalmente chi non era necessariamente rintronato una certa idea se l'è fatta da oltre un anno a questa parte su questo tipo di percorso che frutto della sapienza manageriale di chi ha scritto questo business plan ingegnandosi come un vero e proprio ingegnere però insomma.
La cosa abbastanza divertente e sono costretto a citare le intercettazioni, me ne vuole molto, però come parafrasando l'immenso José Mourinho sono garantista ma non pirla.
Abbiamo saputo che per qualcuno prima, anzi dopo, generali è nice to have ma non determinante come si dice in questo inglese finanziario e invece si è scoperto che prima Generali è strategica sin dall'inizio, il che conferma che l'Italia, pur essendo in una drammatica crisi demografica, resta comunque il paese dove c'è il maggior numero di gemelli omozigoti al mondo.
E vabbè.
Abbiamo la conclusione, classicamente la conclusione ha delle spigolature che tornano sull'estero.
Del Giappone vi ho detto.
La premier Sanae Takahichi per gli amici Liz, come Truss.
Realizza le sue espansioni fiscali Il governatore della Bank of Japan segnala la possibilità dei tassi in aumento già questo mese, nel frattempo il rendimento del decennale viaggia verso il 2%, che per gli standard giapponesi è imponente.
I mercati stanno votando sul Giappone e questo voto rischia di non essere piacevole.
I bond vigilantes stanno facendo una gita in Giappone, ma bello deve ancora accadere.
Perché costei qualcuno che le è vicino le dica non che non è possibile disaccopiare il prezzo del gas da quello dell'elettricità, perché ognuno ha le proprie ossessioni fisse frutto di crassa ignoranza.
Ma qualcuno le dica che se lei continua a fare pacchetti fiscali a deficit per dare soldini ai giapponesi che soffrono per l'inflazione e poi si fanno pressioni furibonde sulla Bank of Japan per non alzare i tassi, l'unico risultato è che lo yen si indebolisce e prima o poi il mercato cracca.
Perché così va a finire.
Però questa si ispira a Margaret Thatcher ma nemmeno nell'acconciatura.
Questa settimana è stata la settimana in cui Sam Altman ha preso consapevolezza che OpenAI sta perseguendo troppe linee di business eppure avendo tasche molto profonde quelle degli hyperscaler non le sue rischia di finire malissimo per cui ha emesso il cosiddetto code red il codice rosso che non è quello che conosciamo noi in italia ma è proprio un allarme del tipo focalizzatevi focalizziamoci su alcuni core business e cerchiamo di sopravvivere.
Quando è comparsa chat gpt tre anni fa sembrava che fosse il becchino di google invece google alphabet che le tasche profonde come la fossa delle mariane ce l'ha veramente ha invertito la tendenza e ora il problema è di openai ma anche di altri di altri player.
Ma OpenAI è assolutamente non focalizzata, nel senso che vogliono fare tutto il contrario di tutto, compresi i device, in quel senso Antropic che sta perseguendo e coltivando il segmento business è molto meglio focalizzata di OpenAI.
Però a parte tutto il problema ce l'hanno gli hyperscalers, soprattutto quelli deboli, più indebitati come tipicamente Oracle.
E da ultimo parliamo dell'angolo di cialtronia europea perché praticamente all'Assemblea Nazionale, anzi in Senato non in Assemblea Nazionale, si è spostato il baccanale della legge di bilancio francese, non sappiamo se verrà approvata entro il 31 dicembre, però in Senato è stata cassata.
Una vera e propria cassata diciamo, non il dolce magari.
La proposta socialista di un prestito forzoso, quinquennale, a tasso zero, a carico dei 20.000 contribuenti più ricchi.
Quindi il panorama politico francese è oramai dominato dal rutto libero e dalla chitarra.
finaccia!
Presto anche noi italiani appariremo tutti rigorosamente vestiti col loden rispetto alle idiozie della classe politica francese.
Abbiamo terminato, grazie per l'attenzione, grazie per il seguito.
Questa settimana è uscita la classifica Spotify aumenti di circa il 30% su tutte le metriche.
Vi ringrazio.
Se volete contribuire a questo podcast e al mio sito potete farlo alla pagina phastidio.net slash donazioni.
Se avete qualcosa da dire phastidio.net slash contatto.
Noi ci risentiamo al fato piacendo sabato prossimo.
Buona vita se potete.
